[oblo_image id=”1″]Wall-e è senza ombra di dubbio uno dei migliori nati in casa Pixar. Andrew Stanton, dopo aver raccontato le avventure del pesciolino Nemo, porta sul grande schermo le peripezie di Wall-e, un piccolo robot spazzino

Siamo nel 2700 e Wall-e è l’ultimo robot rimasto sulla Terra dopo che gli esseri umani l’hanno abbandonata perchè invasa dai rifiuti. Si sono dimenticati di spegnerlo e lui da 700 anni continua a fare quello per cui è stato costruito: comprimere e ammassare rifiuti in piccoli cubetti. A dir poco sensazionali sono le immagini dallo spazio che ci mostrano le immense pile di rifiuti che ormai dominano il pianeta.

Wall-e non dice una parola in tutto il film ma i suoi suoni meccanici, che ricordano molto il robottino di Star Wars R2-D2, sono così curati che dopo poco tempo ci permettono di cogliere il suo stato d’animo. Il piccolo spazzino robotizzano non si limita però ad impilare rifiuti ma alcune decide di tenerli per se, creando una piccola e commovente collezione di oggetti del passato.

Il film è una continua citazione a uno degli assoluti capolavori cinematografici sulla fantascienza, vale a dire 2001 Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick.

Gli occhi a forma di binocolo di Wall-e ce lo rendono subito simpaticissimo, anche grazie al piccolo insetto che gli tiene sempre compagnia. L’arrivo di Eve, un robot femmina mandato sulla Terra dagli umani per studiare lo stato del pianeta, scombussola tutta la vita del piccolo e solitario Wall-e, che se ne innamora follemente.

Le avventure che seguono l’incontro con Eve non sono a mio avviso da anticipare perché rovinerebbero la superba originalità di questo lungometraggio animato, ricco di temi temi importanti quali l’ambiente e il rispetto della Natura.

A mio avviso questa piccola perla firmata Pixar si aggiudicherà facilmente l’Oscar per il miglior film d’animazione.

Wall-e…che dire…“chapeau”.

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