Ottomila anni fa, quando l’Europa era ancora quasi completamente sotto una coltre di ghiaccio frutto dell’ultima glaciazione appena conclusasi, in alcune aree più favorite dal calore del sole alcune specie viventi lottavano per sopravvivere e conquistare i nuovi spazi. In particolare, in una regione al confine tra Svezia e Norvegia alcuni semi di pecci, una conifera sempreverde, attecchivano tra gli anfratti delle rocce. Da essi sarebbero nati alcuni alberi sopravissuti fino ai nostri tempi.

[oblo_image id=”5″]Uno di essi è stato recentemente datato da Leif Kullman, botanico all’Università Umea (Svezia), che ha poi spiegato: “Abbiamo trovato il gruppo di alberi nel centro della Svezia, in un luogo che solo per puro caso non è stato interessato dal taglio che interessa le foreste della regione. L’intento era quello di comprendere come quelle piante fossero in grado di resistere alle severe condizioni invernali dell’area. Tra gli studi eseguiti abbiamo fatto datare al carbonio-14 in un laboratorio specializzato di Miami (Florida) le radici più antiche di una delle piante. Con sorpresa abbiamo appreso che esse hanno un’età di 8.000 anni. La scoperta fa di questo albero, e probabilmente del gruppo a cui appartiene, il più antico organismo vivente oggi conosciuto“.

Fino ad ora l’albero più antico noto ai botanici era Matusalemme, un pino Bristlecone che vive vicino Las Vegas, il quale ha un’età che si aggira attorno ai 5.000 anni. Altri alberi monumentali, vecchi di migliaia di anni sono noti in Iran (dove un cipresso più di 4.000 anni) e in Cile (dove un’altra pianta simile ha compiuto 3.600 anni).

In Italia un censimento degli alberi monumentali, realizzato dal Corpo forestale dello Stato, ha individuati circa 150 esemplari. Dal lavoro si scopre che l’albero più antico della nostra penisola ha un’età che si aggira attorno ai 3.000 anni. Si tratta dell’oleastro di San Baltolu di Luras (nome scientifico Olea europaea oleaster, conosciuto anche come olivo selvatico), si trova in provincia di Sassari e ha dimensioni di 15 metri di altezza e 11 metri di circonferenza. Nell’altra isola maggiore d’Italia, nel Parco dell’Etna, a Sant’Alfio, si trova invece il Castagno dei cento cavalli, di età compresa tra i 2.000 e i 3.000 anni.

Purtroppo molte piante monumentali sono state spostate in giardini di grandi ville, provocandone spesso la morte. Fino a pochi anni fa, infatti, solo Marche, Alto Adige ed Emilia Romagna avevano regole per la protezione degli alberi monumentali, ma nel 2008 grazie al Ministero delle Politiche agricole e forestali e la Commissione Ambiente del Senato, si è arrivati all’approvazione della norma secondo la quale Gli alberi monumentali saranno protetti dal Codice dei Beni Ambientali e Paesaggistici. Un passo fondamentale per proteggere alberi che per i veloci cambiamenti climatici in atto potrebbero patire conseguenze più gravi di tutte le avversità ambientali subite nel corso dei millenni.

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