[oblo_image id=”1″] Sarà vero che nel calcio contano ancora blasone e tradizione, ma niente può frenare l’ambizione dei nuovi signori del pallone. Magnati miliardari in grado di rivoluzionare a tempo di record il mercato mondiale con trattative clamorose. E se la squadra su cui hanno deciso di investire non vanta una storia gloriosa, c’è sempre la possibilità di costruire presente e futuro. Dovranno pensarla così i nuovi proprietari arabi del Manchester City che hanno impiegato appena 24 ore per piazzare il colpo più importante dell’estate. Alla corte di mister Mark Hughes è arrivato Robinho, l’asso brasiliano ex Real Madrid, convinto da una di quelle offerte impossibili da rifiutare. 42 milioni sull’unghia alla società di Calderon, 7,5 di ingaggio netti l’anno per il fuoriclasse carioca. Altro che estenuanti trattative per ricevere uno sconto sul costo sul prezzo del cartellino. Al City ora non badano a spese e con 42 milioni hanno superato la concorrenza del Chelsea. Proprio i londinesi sembravano l’esempio più limpido di questa nuova frontiera del pallone. Un club con un passato modesto a cui è bastato l’ingresso di un magnate come Roman Abramovich per scalare rapidamente i vertici del calcio internazionale. Ora però oltremanica la concorrenza sarà ancora più spietata.

Ma anche altre nazioni si stanno affermando sotto la spinta di colossi finanziari. I russi dello Zenit hanno messo in mostra il talento del portoghese Danny nella Supercoppa vinta contro il Manchester United. L’astro nascente lusitano è costato la modica cifra di 30 milioni. Dettagli per chi può vantare imperi economici e ha scelto il calcio come sfizio per le proprie ambizioni. Anche in Turchia si è ritrovato il gusto di investire. Non è un caso che dalla nazionale iberica campione d’Europa siano giunti al Fenerbace il tecnico Aragones e il bomber Guiza.

Quasi come a dover scontare la legge del contrappasso, il calcio italiano batte in ritirata. Dopo essersi fregiato per anni del titolo di campionato più bello del mondo garantendo acquisti e ingaggi da favola, la nostra serie A si segnala principalmente per operazioni mirate. Si scandaglia il mercato alla ricerca dei famosi parametri zero: i giocatori che possono arrivare “gratis” perchè in scadenza di contratto. L’ultima Champions ha già evidenziato un inizio di recessione con le compagini tricolori eliminate prematuramente.

Segnali preoccuppanti che possono essere ribaltati soltanto da strategie lungimiranti tali da riscoprire i vivai e da investire sul settore giovanile (da Balotelli a Giovinco, da Aquilani a Paloschi la strada imboccata sempre quella giusta). La necessità aguzza l’ingegno: chi ha meno soldi. spesso trova il modo più furbo per spenderli.

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