[oblo_image id=”1″]Già trasmesso sulle televisioni a pagamento approda finalmente sulla tv generalista questo spin off della celebre trilogia cinematografica di Terminator. Inserito tra il secondo e il terzo film questa serie tv subito si distacca dalla cronologia ufficiale.
Ma prima facciamo un passo indietro per collegarci al filone madre e rinfrescarci le idee. Nel mondo di “Terminator” un futuro apocalittico aspetta l’umanità: un network fanta-tecnologico, sviluppato ai nostri giorni, Skynet guiderà la rivolta delle macchine contro l’umanità. La futura guerra decimerà gli uomini, fazione perdente troppo dipendente dalla tecnologia per riuscire a prevalere nella rivolta dei cyborg, macchine indistruttibile dalle sembianze umane.

Nel futuro quel che resta dell’umanità sarà guidato da John Connors, figlio di Sarah, da cui provengono appunto queste nuove cronache televisive. Cyborg e viaggi nel tempo sono le essenze principali della serie.

Nel primo film viene mandato indietro nel tempo un cyborg, impersonato da Schwarznegger, per terminare Sarah Connors, impedendole così di dare alla luce il futuro eroe della resistenza, suo figlio John ma gli umani non stanno a guardare e mandano indietro nel tempo uno dei loro uomini migliori per salvare Sarah, Kyle Reese che sarà poi il padre di John. Nel secondo episodio cinematografico troviamo John già cresciuto, sempre sotto la protezione di Sarah, e per la seconda volta le terribili macchine del futuro riprovano lo scherzetto del viaggio nel tempo mandando un modello più evoluto, rispetto a quello del primo episodio, di Terminator per uccidere i Connors.

[oblo_image id=”2″]Ma un Terminator ri-programmato dai ribelli umani, con le fattezze di Schwarzy, aiuterà i due a salvarsi. Nel terzo e finora penultimo film della serie visto che un quarto e in programmazione, troviamo John cresciuto senza Sarah ed è in questo intervallo, di tempo tra il secondo e il terzo film, che si collocano dunque le cronache di Sarah. Il plot narrativo non certo originale è sempre lo stesso. Un’idea che si ripete meccanicamente nel tempo, in fondo il piano è stato concepito da macchine ostinate e non certo fantasiose: terminare nel passato il capo della resistenza per poter così controllare il futuro.

Gli amanti di Teminator sono abituati a poche ma buone regole: come il basso livello tecnologico usato da John, che nel secondo film era un hacker provetto mentre ora sta alla larga dei computer, soprattutto dopo lo sviluppo di internet. Fa sorridere l’idea che nel primo capitolo della serie il terminator si mettesse a controllare l’elenco del telefono per trovare Sarah Connors; oggi si affiderebbe a Facebook.

Altra importante regola è quella che riguarda i viaggi nel tempo, nella realtà dei terminator durante lo spostamento cronologico non si può portare nessun oggetto, infatti al termine del viaggio temporale il viaggiatore arriva privo di tutto, perfino dei vestiti, facendo diventare un clichè la scena dell’arrivo in nudità e la conseguente successiva presa dei vestiti. Nel due Arnold si vestiva come un residuato dei Village People e ripeteva la battuta “talk to the hand” imparata dallo spogliarellista a cui aveva rubato i vestiti.

Tutto questo parlare della serie cinematografica è d’obbligo per inserire nel suo contesto un buon prodotto come le cronache di Sarah Connors, che pesca a piene mani da una cosmologia ben collaudata e rodata, lavorando su una fantascienza più hardware che software, puntando su esplosioni e scontro fisici, botte da orbi insomma, utili a contenere nelle sue regole l’universo dei Terminator. Ma in apertura rivelavamo che Sarah nelle sue cronache si discosta inizialmente dal filone cinematografico.

Troviamo infatti Sarah e John sempre in fuga, dove “nessuno è al sicuro”, che scappano di città in città, evitando ogni contatto informatico, ricercati dalla polizia per l’omicidio di quel che si pensava essere il programmatore informatico del network Skynet (vedi Terminator 2).

Qui ora nel primo episodio ci viene detto che è stato tutto inutile, che Skynet verrà ugualmente sviluppata ma non si sa da chi, si sa solo e vagamente più o meno quando.

John è ancora un ragazzo, un teenager, poco avvezzo all’eroismo, sempre pronto a scappare e recalcitrante più che mai la ruolo di messia, mentre Sarah è determinata più che mai nel ruolo di madre disposta a tutto per proteggere il proprio figlio.

Tornano così i teminator del futuro, con il modello meno evoluto, ma ne tornano ancora una volta due, uno infatti con le sembianze di teen ager aiuterà i Connors nella loro lotta per la sopravvivenza, consigliando di attuare una tattica diversa.

Andare indietro nel passato per trovare e fermare il programmatore di Skynet evitando così il futuro, in pratica è il solito piano delle futuristiche macchine assassine del futuro.

Sarah accetta portandosi John, e da prede diventano predatori, capovolgendo così i ruoli nel meccanismo ben oliato della saga. Ma non pensiate che sia tutto frutto di sceneggiatori svogliati e ripetivi, nonostante le riproposizioni continue del solito meccanismo, funziona tutto alla perfezione con pathos e azione dosate al punto giusto.

Questa scelta di continuare a riproporre le macchine futuristiche pronte a distruggere il futuro dell’uomo usando un meccanico simboleggia la natura salvifica dell’uomo insediata proprio nella sua irrazionalità contro la meccanicità e la routine dei nostri tempi.

  • Sarah Connor: interpretata da Lena Headey, è la madre di John, ricercata dall’FBI che non crede alla sua storia apocalittica.
  • John Connor: interpretato da Thomas Dekker , è il futuro leader della resistenza umana contro le macchine.
  • Cameron Phillips: interpretata da Summer Glau, è un terminator inviato indietro nel tempo dall’anno 2027 per proteggere John . Il suo modello non è ancora stato rivelato ma le sue capacità superano quelle di un T-800.
  • James Ellison: interpretato da Richard Timothy Jones , è l’agente dell’FBI che insegue i Connor e indaga sull’esistenza dei terminator.
  • Derek Reese, è il fratello di Kyle Reese l’eroe del primo film, quindi zio di John Connor.
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