Sono già passati due anni da quando la mitica ballerina, cantante e presentatrice TV Raffaella Carrà ci ha lasciati, sebbene il suo ricordo sia rimasto ancora molto vivo fra i suoi fans, sparsi un po’ in tutto il mondo.

In occasione di questo triste anniversario, è uscito nelle sale cinematografiche il docufilm di ben 185 minuti firmato dal regista Daniele Luchetti, che ripercorre in ordine cronologico un po’ tutta la sua vita, sia artistica che privata.

La bravura e la grinta dell’icona dal caschetto biondo che ha contribuito enormemente a modernizzare nel nostro Paese il modo di ballare, di vestirsi e di fare spettacolo in generale, per la prima volta vengono trasposte sul grande schermo: lo stesso Luchetti pertanto all’anteprima, riservata agli ospiti e alla stampa, ha dichiarato di essere curioso di vedere l’effetto che faranno sul pubblico in questa nuova cornice.

Le tappe della sua incredibile carriera vengono ripercorse da colleghi, parenti e amici, fra cui il nipote Matteo Pelloni, Barbara Boncompagni (per la quale Raffaella fu quasi una seconda mamma), Fiorello, Tiziano Ferro, Renzo Arbore, il ballerino Enzo Paolo Turchi e Bob Sinclair, che ha rielaborato con un sound più moderno in tempi non lontani la celebre hit di Raffaella A far l’amore comincia tu, remix poi scelto per fare da colonna sonora al film premio Oscar La grande bellezza.

Le persone a lei più vicine ricordano la diva come un talento che aveva l’obiettivo di esprimersi sempre in totale libertà. Per questo motivo, probabilmente, è diventata un simbolo e un esempio da seguire per la comunità LGBTQ+, che ancora oggi durante i cortei a difesa dei diritti omosessuali canta e balla le sue canzoni. Del resto Raffaella in diverse interviste aveva dichiarato che l’importante è amare sempre e comunque, a prescindere da chi sia il destinatario di tale nobile sentimento. Un amore che lei purtroppo non ha mai potuto riversare su un figlio, ma che è riuscita a dimostrare appieno ai due uomini più importanti della sua vita (Gianni Boncompagni e Sergio Japino), alla madre che non ha mai abbandonato e ai propri ammiratori.

A tal proposito, nel documentario sono stati inseriti vecchi spezzoni di repertorio, girati in Sudamerica e in Spagna, dove si nota la folla in strada o ai concerti letteralmente impazzita per lei.

Forse a causa del tanto clamore che suscitavano le sue apparizioni e tournée, Raffaella di tanto in tanto era solita prendersi una pausa e stare lontana per un po’ dalle scene, rifugiandosi nella villa di Porto Santo Stefano, località di mare al confine tra Toscana e Lazio.

La pellicola, insomma, vuole mettere in risalto quello che era la Carrà (all’anagrafe Raffaella Pelloni) realmente nella normale quotidianità, a cominciare da quando era ancora una ragazza sconosciuta di Bellaria senza padre (andatosene di casa dopo il divorzio quando era ancora molto piccola, e mai più rivisto).

Raffa – il ritratto inedito di un’icona senza tempo della Disney + prodotto da Fremantle, rimarrà al cinema fino a mercoledì 12 luglio.

 

 

 

 

 

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