Dopo l’esordio promettente dietro la macchina da presa con A Tor Bella Monaca non piove mai, l’attore Marco Bocci fa il bis con un film molto originale, che piacerà senz’altro agli amanti del genere drammatico e noir, intriso di suspense e momenti di azione.

Con La Caccia per la prima volta Bocci ha pure diretto la moglie Laura Chiatti, che interpreta un ruolo assolutamente non semplice, ovvero quello della ex tossicodipendente Silvia, rimasta traumatizzata da piccola (come del resto i suoi tre fratelli) dal comportamento autoritario e violento del padre.

In questo caso in realtà non c’è un protagonista perché si tratta di un film corale, dove a ogni fratello viene lasciato il giusto spazio per presentarsi agli spettatori con tutti i loro pregi e difetti.

Altrettanto efficace è l’inserimento di vari flashback, attraverso cui ritroviamo i quattro bambini e possiamo pertanto capire da cosa sono stati causati in passato i loro attuali traumi. Sia Silvia che Luca (Filippo Nigro), Mattia (Pietro Sermonti) e Giorgio (Paolo Pierobon) sono persone insoddisfatte della loro vita: la prima vorrebbe diventare madre ma, avendo un blocco inconscio con gli uomini in generale, propone a una prostituta di adottare il figlio che aspetta; Luca è inseguito dagli strozzini a cui ha chiesto un prestito per aprire una concessionaria d’auto più grande; Mattia invece rappresenta il classico artista incompreso che autodistrugge a volte le sue opere in preda a raptus di follia; Giorgio infine, che in apparenza sembra il più equilibrato di tutti con un classico lavoro di contabile, in realtà non è messo meglio in quanto vittima di una moglie e di una figlia che non si accontentano mai di quello che hanno.

Tutti loro insomma, per un motivo o per un altro, hanno un disperato bisogno di denaro. E si sa che, quando uno ne ha subito necessità, non guarda più in faccia nessuno, nemmeno la propria famiglia.

Il finale in particolar modo, ambientato in un bosco, può reggere benissimo il confronto con quelli dei migliori thriller in circolazione: oltre a inseguimenti, sparatorie e uccisioni, qui emerge anche una grande morale di sottofondo, che fa rimanere lo storytelling ancora più impresso nella memoria di coloro che lo seguono sullo schermo.

Per le scene immerse nella natura, le riprese si sono svolte nelle campagne vicino Terni, che a tratti appaiono anche cupe e misteriose. Il cast inoltre è stato ospitato nel centro storico di Rieti, dove per altri ciak sono stati coinvolti sia il corso principale di Via Roma che il Palazzo Comunale e Villa Bianchini Ricciardi.

Insomma la pellicola merita di essere vista per svariati motivi: di sicuro non è un genere che annoia e, una volta uscito dal cinema, il pubblico senza dubbio non sarà pentito di aver pagato il biglietto.

 

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