Pochi casi di omicidio hanno scritto pagine fondamentali per la successiva letteratura criminale come quello di Stefania Albertani. La donna nel 2009 uccise la sorella dopo averla rinchiusa in casa, riempita di barbiturici e successivamente carbonizzata. Un delitto efferato motivato da ragioni economiche e di gelosia: dal disaccordo sull’acquisto di uno chalet alle ripicche per scelte non condivise. Stefania Albertani aveva annunciato alla vicina di non preoccuparsi vedendo del fumo perchè avrebbe bruciato carta straccia: una spiegazione che suona sinistra dato l’epilogo. Analogamente aveva zittito i possibili sospetti dei genitori facendo pervenire una lettera a firma della sorella in cui si mostrava pentimento per aver sottratto un ingente quantitativo di denaro e la volontà di allontanarsi il più possibile.
Ma se l’omicidio era già passato all’onore della cronaca, il processo e la sentenza fecero giurisprudenza con una chiara influenza della neuroscienza. La pena di Stefania Albertani venne attenuata a 20 anni perchè si dimostrarono anomalie in alcune aree del cervello che determinano il comportamento. La sentenza fece scalpore anche perchè Stefania Albertani aveva minacciato ripetutamente i genitori tentando di strangolare la madre.
Storie maledette , il nuovo format di Rai 3 che trasmette la prima puntata sabato 20 Settembre in seconda serata dalle 23.20 riapre il sipario sulla vicenda con documenti esclusivi e con un’intervista che Franca Leosino ha realizzato proprio con Stefania Albertani nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere dove è rinchiusa.
Storie Maledette apre una nuova stagione con l’ambizione di raccontare casi di cronaca nera senza morbosità ma cercando di giungere a comprendere anche i sentieri più misteriosi e inquietanti della pische umana soffermandosi soprattutto sui casi che hanno segnato una svolta in ambito.