[oblo_image id=”1″]Per chi se la ricorda solo come ex-vocalist dei Matia Bazar è tempo di aggiornarsi sul nuovo percorso musicale di Silvia Mezzanotte, la quale da alcuni anni ha intrapreso una carriera solista che ha dato luce a un album, quattro tour in molte piazze italiane e straniere e soprattutto ad un lavoro su se stessa che l’ha portata a cambiare pelle in continuazione, tirando fuori quello che è il meglio del suo enorme bagaglio artistico: la duttilità interpretativa.

Giusto coronamento è stato la sua prima a teatro il 2 febbraio a Pieve di Cento (BO) in occasione dell’inaugurazione della XXII edizione della rassegna Tracce di teatro d’autore.

Dall’incontro con Marco Poeta e i suoi musicisti è nata l’idea di rivisitare alcuni brani classici della musica italiana e internazionale attraverso il fado portoghese e la bossanova. E in un teatro gremito in ogni ordine di posti, il risultato è stato davvero eccellente.

Fra i brani più riusciti, Teresa di Sergio Endrigo e L’angelo e la pazienza di Ivano Fossati, incasellati nello “spazio d’autore” e che evidenziano le capacità espressive della Mezzanotte.

Sorprendenti perché vestite di luce completamente nuova Vacanze romane e There must be an angel, il cui arrangiamento a base di guitarra portuguesa e altri strumenti acustici ne scafisce l’essenza pop dandone un’apprezzabilissima accezione folk. Ma i momenti più inaspettati sono stati quelli in cui l’artista bolognese si è cimentata con i classici del fado come, fra gli altri, Coimbra e Lisboa Antigua.

Avvolta dallo splendido tessuto sonoro del quartetto di musicisti che fa proprio del fado il suo credo, proprio come la grande Amalia Rodriguez emerge una Silvia inedita che al pari della sua illustre collega canta in diverse lingue e con notevole destrezza entra in un territorio per lei insolito con fare rispettoso ma profondamente calato nella parte grazie alla sua maestria interpretativa.

[oblo_image id=”2″]Pochi artisti si possono permettere di cantare il fado e Silvia è una di queste è il commento di Marco Poeta. E tra O marinariello, Beautiful that way, passando per La vie en rose e un duo bossanova con il Poeta (dove a dire il vero è la sola Brivido caldo, in questa veste, a non convincere appieno), si vola via verso il finale sancito dal bis di Messaggio d’amore, mai stata emozionante come in questa occasione.

Sembrerebbe un episodio isolato questo di Pieve di Cento, ma l’applauso finale caloroso e convinto del pubblico meriterebbe qualche replica dato l’alto livello della performance che oltre ad evidenziare la grande bravura dei musicisti ha consacrato la crescita artistica di Silvia Mezzanotte, perfettamente a proprio agio in una realtà intima e raffinata come quella teatrale.

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