[oblo_image id=”1″]L’uso di esempi pratici è molto diffuso nell’insegnamento della matematica, fin dalle scuole elementari. Ma ora una ricerca USA mostra i pericoli di questa pratica. Il team di ricercatori guidati da Jennifer Kaminski del Center for Cognitive Science dell’Ohio State University ha infatti scoperto, grazie a uno studio, pubblicato sulla rivista Science, che gli studenti di college che in passato avevano imparato la matematica con esempi concreti, in seguito non erano capaci di utilizzare le nozioni apprese alle nuove situazioni. Invece, quando apprendevano un concetto con simboli astratti, gli studenti riuscivano a trasferire in altri contesti le loro nuove conoscenze.
“Questi risultati mettono in dubbio alcune credenze nel campo dell’educazione e della didattica: l’uso degli esempi concreti è profondamente radicato, anche se non è mai stata verificata sperimentalmente la sua efficacia”, ha commentato Vladimir Sloutsky, coautore dello studio e direttore del Center for Cognitive Science dell’OSU.
[oblo_image id=”2″]In una serie di esperimenti Sloutsky e colleghi hanno esaminato il grado di comprensione di un semplice concetto matematico da parte di alcuni studenti, divisi in due gruppi. Il concetto riguardava elementari proprietà matematiche come la commutatività e l’associatività: il primo gruppo affrontava il compito dopo aver appreso l’uso di simboli generici e le regole secondo cui essi si potevano combinare; il secondo gruppo utilizzava invece esempi concreti, misurando i liquidi contenuti in alcuni recipienti. L’esperimento terminava poi con un quiz a risposta multipla: la maggior parte degli studenti ha risposto correttamente su ciò che avevano avuto modo di apprendere. Le sorprese invece sono arrivate quando si è trattato di applicare le conoscenze apprese in un contesto differente: il gruppo di apprendimento simbolico ha dato la risposta corretta nell’80% dei casi; l’altro gruppo ha ottenuto prestazioni simili a quelle che si otterrebbero con una scelta casuale delle risposte.