Settanta angeli in un unico cielo
Settanta angeli in un unico cielo

C’è voluto molto coraggio per organizzare questa mostra dal titolo così evocativo: Settanta angeli in un unico cielo. Heysel e Superga tragedie sorelle. C’è voluto molto coraggio perché non tutti l’hanno presa bene: accomunare la tragedia dell’aereo del Grande Torino caduto a Superga il 4 maggio 1949 con la follia umana dello stadio Heysel di Bruxelles, prima di un Juventus-Liverpool, finale di Coppa dei Campioni, il 29 maggio 1985? Non sia mai, sacrilegio! Così la pensavano in tanti, con i colori bianconeri o granata addosso, non importa. Qualcuno l’ha ripetuto a voce alta anche durante l’inaugurazione della mostra, avvenuta domenica 16 febbraio al Museo del Grande Torino e della Memoria Granata, ospitato nella Villa Claretta di Grugliasco. Altri hanno mugugnato via internet e tramite i social network: “Noi insieme a loro? Mai!”, hanno twittato indefessi (e pure un po’ fessi) tifosi estremisti e poco pacifisti, di una sponda torinese e dell’altra pure. Ma, per fortuna, questo coraggio lo hanno trovato gli organizzatori della mostra, equamente divisi per tifo e colori sociali, uniti nel pensiero comune delle “vittime del calcio”, quei settanta angeli in unico cielo a cui fa riferimento il titolo della mostra: i nostri “eroi” sono Domenico “Mecu” Beccaria, presidente dell’Associazione Memoria Storica Granata, Giampaolo Muliari, Direttore del Museo del Grande Torino, Domenico Laudadio, responsabile di saladellamemoriaheysel.it e Francesco Caremani, giornalista-scrittore autore del libro “Heysel, le verità di una strage annunciata”. La mostra è di forte impatto visivo, grazie alle splendide fotografie d’epoca di Salvatore Giglio (per quanto riguarda l’Heysel) e alle immagini e ai filmati in bianco-nero seppiato della collina di Superga. Una mostra da rimanere a bocca chiusa (non aperta): il silenzio incombe sulla storia delle due tragedie che, pur diversissime, è ben conosciuta – forse esclusi certi dettagli che fanno la differenza, in particolare per il caso-Heysel – a tutti gli appassionati di calcio, ma che non finisce di commuovere. Per il Destino da una parte, per la stupidità umana da una parte. Aver riunito le due storie, cosi drammatiche, per due mesi, sotto un unico tetto, in un’unica città, Torino, che pianse il lutto per quelle settanta vittime (calciatori famosi o semplici tifosi, provenienti anche da altre parti d’Italia) è già di per sé un buon motivo per andare a visitare la mostra, preparandosi ad avere il cuore gonfio di commozione e, subito dopo, pronto a nuove avventure, di calcio e di vita. Perché la vita – al di fuori della retorica del “non deve accadere mai piu’” – è anche questa. Tragedie e trionfi. Senza soluzione di continuità. 
La mostra sarà aperta fino al 20 aprile 2014, al sabato dalle 14 alle 18 e alla domenica dalle 10 alle 18.

Settanta angeli in un unico cielo : Heysel e Superga tragedie sorelle
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