[oblo_image id=”1″] Un mercato al risparmio caratterizzato più dalle partenze che dagli arrivi è l’ennesima conferma della crisi in cui è precipitato il nostro calcio. Eto’o, Pastore, Sanchez, Menez: campioni e talenti di valore assoluto che hanno lasciato la serie A senza essere sostituiti da innesti adeguati. E se il livello medio si abbassa, per chi aveva finito la stagione guardando tutti dall’alto in basso, può essere sufficiente compiere qualche piccolo ritocco.

 

Al Milan spettano i favori del pronostico: l’intelaiatura della squadra è rimasta intatta: Mexes e Taiwo portano freschezza alla difesa, Aquilani è una pedina preziosa a centrocampo. L’unico dubbio è legato all’anagrafe; se elementi chiave del passato campionato come Gattuso, Seedorf e Van Bommel dovessero reggere, Allegri scatterà dalla griglia di partenza sapendo di dover pilotare la macchina più veloce dello schieramento. Soprattutto, perché le altre hanno condotto il mercato tra sogni e obblighi di bilancio. L’Inter ha perso il suo giocatore migliore: difficile rimpiazzare Eto’o mentre l’età media dell’organico continua ad essere troppo elevata. Il Napoli si è rinforzato a centrocampo con Inler, Dzemaili e Santana ma potrebbe pagare l’immobilità in avanti. Il tridente Hamsik, Lavezzi, Cavani ha fatto meraviglie nella scorsa stagione. Tuttavia, ripetersi è sempre più difficile soprattutto quando gli impegni infrasettimanali iniziano a togliere energia al campionato. A proposito di Champions, l’Udinese ha il rimpianto di averla affrontata con una squadra più debole di quella che l’aveva conquistata. Con Inler e Sanchez si sono rimpolpate le casse societarie, ma per Guidolin sarà difficilissimo riproporre la cavalcata trionfale del campionato ormai già in archivio.

Le romane hanno scelto strategie diverse: solidità ed esperienza per i biancoazzurri con acquisti navigati come Cisse e Klose, coraggio e giovani per i giallorossi che hanno affidato ad un tecnico debuttante diamanti da sgrezzare come Krkic e Lamela. L’estate ha dato ragione a Lotito, ma le rivoluzioni hanno bisogno di tempo e sarà bene che l’ambiente romanista continui ad appoggiare Luis Enrique nell’edificazione di un progetto rischioso ma suggestivo. E la Juve? Ha cambiato tanto, senza cercare il colpo ad effetto. Stavolta, però, il progetto è più convincente con un allenatore imbevuto di spirito bianconero e nuovi acquisti funzionali ad un disegno tattico preciso. Probabilmente non è al livello del Milan, ma potrebbe esserne la rivale principale.

 

Tra le formazioni di medio rango c’è curiosità per il Palermo del dopo Pastore e per il Genoa di Malesani: come sempre Zamparini e Preziosi infiammano il mercato estivo per divenire le mine vaganti del campionato. Se Pioli e Malesani trovano l’alchimia giusta rischiano di essere le sorprese della serie A, ma attenzione a cali di tensione o sbalzi d’umore dei vertici societari. La Fiorentina ha scelto il basso profilo e potrebbe essere la scelta giusta. Mihailovic ora conosce il gruppo e attenzione a Jovetic: se sta bene il montenegrino è uno dei talenti più cristallini rimasti in Italia. Proporzionalmente sontuoso il mercato del Cesena che ha comprato tanto e bene: i romagnoli aspirano a conquistare in anticipo la salvezza avendo una cifra tecnica superiore alle altre in lotta per la sopravvivenza. Anche se è ingeneroso chiederlo ora, quali sono le formazioni più a rischio? L’Atalanta parte con la zavorra dei punti di penalizzazione, ma le compagini che lasciano più dubbi sul piano qualitativo sono le neopromosse Siena e Novara, oltre ad un Lecce che si è affidato a tanti giovani ed a un tecnico esordiente in serie A come Di Francesco.

Tutte considerazioni che verranno rapidamente cestinate quando sarà il campo ad emettere i primi verdetti. Sciopero permettendo…

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