Una carrellata di dipinti, disegni e incisioni ideati da talenti femminili vissuti fra il XVI e il XIX secolo è ciò che ci propone l’interessantissima rassegna in corso al Museo di Roma – Palazzo Braschi fino a domenica 4 maggio. Roma Pittrice, promossa da Roma Capitale nonché dall’Assessorato alla Cultura e organizzata da Zetema, propone circa 130 opere frutto dell’estro di 56 donne diverse, la maggior parte delle quali non divenute mai celebri a dispetto della loro indiscutibile eccellenza nel campo dell’arte.

Lungo il percorso espositivo, basato su un ordine sia cronologico che tematico, a prescindere dai quadri presentati una protagonista indiscussa resta Roma, in quanto è proprio questa città il luogo scelto da tutte queste creative per svolgere il loro apprendistato, talvolta presso altri pittori o propri familiari uomini già affermati nel campo oppure presso istituti specifici, come l’Accademia di San Luca e l’Accademia dei Virtuosi al Pantheon.

La prima opera che i visitatori si trovano davanti rappresenta una giovane pittrice di nature morte dallo sguardo un po’ enigmatico e con gli strumenti del mestiere in mano, ritratta da Pietro Paolini all’inizio del Seicento: probabilmente è stata selezionata proprio essa per aprire il percorso per il suo carattere misterioso, quasi a voler incuriosire ancora di più il pubblico a scoprire tutto il resto che l’evento riserva.

Si prosegue con una sala dedicata a Lavinia Fontana, per poi giungere ai dipinti di uno dei pochi nomi famosi presenti in mostra, ovvero a quelli di Artemisia Gentileschi: per l’occasione sono stati riuniti tre suoi capolavori, ovvero Cleopatra, Giuditta e la serva con la testa di Oloferne e L’Aurora. Lo stesso discorso può essere fatto per le rappresentazioni a tema mitologico dell’altrettanto nota Angelica Kauffmann, artista straniera che si trasferisce nella Capitale e la cui casa-atelier diventa un punto di ritrovo per la gente di cultura dell’epoca.

Rimanendo sempre nell’arco temporale fra Seicento e Settecento, poi, due sale più piccole si concentrano rispettivamente sulle nature morte e sul disegno. Per le prime, soprattutto per quelle di fiori, emergono le firme di Laura Bernasconi, Anna Stanchi e Giovanna Garzoni, mentre per il disegno una citazione in particolare merita senza dubbio Plautilla Bricci (detta anche “l’architettrice”), di cui in questa sede si possono ammirare alcuni prospetti ottocenteschi del suo progetto più importante: la Villa del Vascello (situata sul colle del Gianicolo).

Proseguendo il viaggio a ritroso nel passato e arrivando all’Ottocento, le pitture realizzate da donne si fanno sempre più numerose ed infatti a questo periodo è dedicata la sezione più grande della mostra. Qui sono esposti i ritratti sia delle pittrici stesse che i propri lavori: fra questi ultimi, per esempio, spiccano la Venere conservata agli Uffizi (conservata nei depositi e restaurata di recente) e il Ritratto di Famiglia di Emma Gaggiotti.

Alla fine del percorso è esposta una mappa di Roma che permette, a chiunque voglia approfondire l’argomento, di sapere dove si trovano di preciso, in posti pubblici e accessibili della città, altre opere di artiste altrettanto meritevoli di essere viste.

 

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