
Il saggio avvertiva : “meglio tacere lasciando il dubbio di essere stupidi piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio”. Richard Dawkins è un famoso biologo ma negli ultimi giorni ha scoperto la popolarità grazie a sconvenienti affermazioni fatte via tweet ad una donna in cui consigliava l’aborto di un bimbo down “come decisione saggia e morale”. Ovviamente sono impazzate le polemiche e sul web gli attacchi a Richard Dawkins sono diventati virali. E così si attendeva la replica del biologo affinchè chiarisse la sua posizione: quelli che dovevano essere messaggi di scuse per smorzare i toni, si sono rivelati un boomerang capace di gettare ulteriore benzina sul fuoco.
Dawkins ha iniziato sottolineando come la sua comunicazione fosse rivolta a una ristretta cerchia di persona senza sapere che sarebbe diventata di pubblico dominio. Ma già questo punto vacilla: innanzi tutto, usare un social e invocare la privacy è contradditorio; inoltre, il contenuto delle affermazioni rimarrebbe gravissimo anche se riferito a pochi intimi. Poi ha aggiunto che la limitatezza dei caratteri disponibili per un tweet non gli ha consentito di argomentare la sua riflessione, ma nel tentativo di mettere una toppa ha allargato il buco. Ha ribadito come sia eticamente consigliabile avendone facoltà abortire un nascituro affetto dalla sindrome di Down per poi “riprovare” (anche l’uso del lessico è raccapricciante..) per averne uno sano.
L’ultima chicca dell’autore de Il gene egoista è relativa alle proteste dei familiari di persone con questa malattia: “non penso che la loro persona cara non ha diritto di esistere. Comprendo questo punto di vista, ma è emotivo, e non logico”. L’ultima frase è la sintesi del pensiero di Richard Dawkins che ha scatenato ancora di più le associazioni per i soggetti con la sindrome di Down: “le persone con questa malattia non sono un peso ma danno un contributo alla nostra società. La scelta delle famiglie deve essere rispettata anche quando decidono di dare alla luce un bambino”. Soprattutto fa male che affermazioni così ottuse siano giunte da un luminare nel proprio ambito, un divulgatore scientifico di fama internazionale indicato dalla rivista Perspect come “il più grande pensatore vivente”.