Rateizzano, rinunciano alle spese per la salute, escono e viaggiano di meno, hanno scarsa fiducia nelle istituzioni e sempre meno nella scuola. Sono alcuni degli elementi che emergono dal Rapporto Eurispes 2025, che esplora le dinamiche economiche delle famiglie italiane, analizzando consumi e strategie di adattamento, con particolare attenzione a rinunce, compressione della spesa, ricorso al credito e nuove modalità di acquisto.
Quasi la totalità dei cittadini (84,1%) ha dichiarato di aver osservato un incremento dei prezzi: per il 48,3% i prezzi sono molto aumentati, per il 35,8% l’aumento è stato contenuto. Solo il 12,2% ritiene che i prezzi siano rimasti invariati, il 3,7% pensa siano diminuiti. Le differenze geografiche esistono, ma ovunque prevale la convinzione dell’aumento (tra il 75,5% delle Isole e l’88,5% del Nord-Ovest).
Per adattarsi, le famiglie rimodulano il budget. Il 59,5% ha rimandato acquisti necessari; il 54% ha rinunciato alla babysitter, il 50,1% ha ridotto le uscite in locali, il 50% ha tagliato su viaggi o vacanze. Il 45,3% ha rinunciato a una badante, il 40,2% ha ridotto spese per estetista o profumeria. Il 38,2% ha rimandato lavori in casa e il 37,5% ha pagato in nero alcuni servizi. Il 37,2% ha rinunciato ad altre forme di aiuto domestico. Solo il 14,5% ha noleggiato abiti o accessori per cerimonie.
Un’altra strategia è la rateizzazione: più della metà degli italiani (53,4%) l’ha usata nell’ultimo anno. È più diffusa al Centro (60%) e nelle Isole (64,1%). I più propensi sono i 25-34enni (59,9%) e i 35-44enni (58,4%). Gli elettrodomestici sono in cima alle spese più frequentemente rateizzate (44,5%), seguiti da auto/moto (42,5%) e tecnologia (42,3%). Il 29,4% ha rateizzato spese odontoiatriche, il 25,4% l’acquisto di mobili, il 23,7% viaggi o vacanze. Più rari i casi di rateizzazione per lusso, estetica o cerimonie.
Molto diffuso il ricorso a piattaforme “zero interessi” (Klarna, Scalapay, Clearpay, Paypal, Satispay): il 65,3% degli italiani ha utilizzato questi strumenti almeno una volta.
Preoccupano le rinunce alla salute: il 28,2% ha rinunciato a cure odontoiatriche, il 27,2% a controlli medici di prevenzione, il 22,3% a visite specialistiche, il 18,1% a terapie o interventi. Il 26,7% ha tagliato le spese veterinarie, il 26,4% trattamenti estetici. Più contenuta la rinuncia all’acquisto di medicinali (13,2%).
Le difficoltà si concentrano soprattutto nel Centro-Sud e nelle Isole, e colpiscono maggiormente disoccupati, cassintegrati e persone fuori dal mercato del lavoro.
Sul fronte istituzionale, cala la fiducia nella scuola (dal 66% al 64,9%), mentre aumenta leggermente quella nell’università (dal 71,8% al 72,3%). Sempre più diffuso anche in Italia il sentimento di sfiducia verso le istituzioni, in linea con la media europea. Più del 30% dei giovani europei, pur favorevoli all’Unione Europea, ritiene che le istituzioni non funzionino correttamente.