(Adnkronos) – “Frida’s Friends Onlus nasce nel marzo 2012 da una mia idea, dalla mia passione, da un'intuizione. Sono cresciuto avendo sempre animali da compagnia in casa e ho sempre osservato la felicità e la gioia che questi esseri senzienti riescono a dare alle persone. Ho pensato che potessero essere d’aiuto anche alle persone con disabilità e mi sono quindi informato su cosa fosse la pet therapy. Quando ho appreso che è una terapia scientificamente riconosciuta, ho fondato Frida’s Friends Onlus e oggi abbiamo tredici anni di progetti sulle spalle”. Sono le parole di Mario Colombo, presidente di Frida’s Friends Onlus, presentando il progetto, che ha visto la Fondazione Royal Canin collaborare con Frida’s Friends Onlus, grazie al quale oltre mille pazienti pediatrici hanno potuto beneficiare della pet therapy in compagnia dei gatti. “La risposta delle strutture sanitarie è stata molto buona dopo averci conosciuto. Infatti, lo scoglio maggiore è quello di farti conoscere. Tutto dipende, specialmente negli ospedali, dal direttore sanitario – spiega Colombo – Quindi, se il direttore sanitario è pet friendly, riesci a proporti, a presentare il progetto e a far capire la valenza delle terapie che puoi portare, altrimenti è una porta chiusa che non si apre. Una volta che ci hanno conosciuto, però, i nostri progetti hanno mostrato di funzionare e vengono quindi alimentati e strutturati. Un esempio su tutti, all’ospedale Fatebenefratelli siamo presenti dal 2015, mentre all'ospedale Niguarda dal 2019”. “Essendo una onlus, la nostra potenzialità è basata sulle risorse che troviamo ed è legata quindi ai partner e agli sponsor che ci aiutano e sponsorizzano i progetti, permettendoci di svilupparci sempre di più – continua il fondatore di Frida’s Friends Onlus – La nostra mission è quella di svilupparci a livello nazionale, creando una rete di professionisti, perché gli interventi assistiti con animali possono essere fatti solo da professionisti certificati, che possa portare i nostri progetti ad essere replicati nelle principali strutture italiane”. “Speriamo che il cammino intrapreso con questi sponsor importanti si possa allargare. Ho ricevuto richieste da ospedali di Roma, di Napoli e di Palermo, perché essendo uno dei pochi che ha sempre creduto nella comunicazione, andando in televisione con uno spot solidale, avendo fatto tanti articoli sui giornali, dopo 13 anni sono abbastanza conosciuto, ma servono fondi: più fondi abbiamo, più progetti possiamo realizzare”, conclude.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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