Se chiedi al primo che passa il nome di un campione della boxe quasi sicuramente ti risponderà uno tra Tyson, Mohammed Alì, Benvenuti o Foreman. Tutti giganti del ring ma ormai lontani nei ricordi. Perché il pugilato è uno sport decaduto, magari nobile ma senza più l’appeal mediatico di una volta, quando un incontro di un nostro campione al Madison Square Garden valeva una levataccia per assistere alla diretta in tv o , ancor prima, alla radio.

Dare nuova linfa al movimento è stata la scommessa degli organizzatori della grande serata tenutasi al DatchForum di Milano. Il clou del meeting era costituito dai match di Andrea Sarritzu e Giacobbe Fregomeni, chiamati a difendere il titolo europeo rispettivamente nei pesi mosca e nei massimo-leggeri. Missione compiuta dai nostri portacolori che hanno conservato la corona superando brillantemente una sorta di esame di maturità.

Il pugile sardo aveva di fronte lo spagnolo Lahcene Zammouri, un avversario ostico anche se ancora un po’ grezzo tecnicamente. Sarritzu ha aggredito fin dal suono del primo gong sfiorando il colpo decisivo già al secondo round. Zammouri ha resistito con tenacia fino alla settima ripresa quando l’incontro si è interrotto per ko tecnico. Ora si spalancano le porte per l’agognata chance mondiale. Un’opportunità che il nostro pugile si è senz’altro meritato e che giungerebbe nel momento migliore della carriera.

La corona mondiale potrebbe diventare l’obiettivo anche di Fragomeni. Il peso medio-massimo ha interpretato con grande lucidità il match che lo vedeva opposto al francese Rachid El Hadak. Dopo aver sofferto nelle prime battute il maggior allungo del rivale, Fragomeni ha accorciato le distanze trovando la chiave giusta per indirizzare il combattimento dalla sua parte. Non è arrivato il colpo del ko, ma il match è stato ampiamente sotto controllo. Indiscutibile il successo ai punti che permette al nostro pugile di guadagnare posizioni nella classifica Wbc.

Soprattutto, però, la serata al DatchForum dimostra come il pugilato possa ancora avere un futuro. L’importante è ridare credibilità ad uno sport che negli ultimi anni ha riempito le pagine dei giornali più per gli scandali fuori dal ring che per i match validi per la corona. Se il palazzetto ha fatto registrare il tutto esaurito, allora si può pensare che la strada tracciata sia quella giusta. Magari, tra qualche anno riusciremo anche a vincere la nostalgia per le glorie del passato e il grande pubblico troverà un altro campione a cui aggrapparsi. Dopo lustri di decadenza, sarebbe ora.

Advertisement