Loro sono due ragazzi che la società relegherebbe probabilmente ai margini, fra gli sconfitti; non sonodue adolescenti belli e perfetti, ma dueprotagonisti imperfetti e marginali.La solitudine dei numeri primi è il romanzo di esordio più apprezzato dalla critica e dal pubblico in questa stagione.Giordano scrive un romanzo dove il non detto, diventa un modo di vivere che condiziona per sempre la vita dei protagonisti. Da buon matematico, Giordano, paragona i suoi ragazzi ai numeri primi; sononumeri speciali, divisibili solo per se stessi e per uno, soli e inavvicinabili, proprio come Mattia e Alice, i protagonisti di questo romanzo.Giordano li ha definiti così non a caso;si tratta di due persone speciali che viaggiano sullo stesso binario e sono destinati a non incontrarsi mai. Mattia e Alice sono due universi incapaci di aprirsi al mondo che li circonda, di comunicare i pensieri e i sentimenti che affollano l’abisso delle loro coscienze. Hanno alle spalle due storie difficili, due infanzie compromesse da episodi che sono diventati poi il pesante macigno che si sono trascinati nel tempo, dall’infanzia fino alla maturità. Giordano descrive la parabola di queste due giovani esistenze con parole commosse e lucide, ed il tono del romanzo cresce man mano che ci si inoltra nel racconto delle loro vite. Le descrizioni quasi elementari dei primi capitoli, lasciano il posto a una profondità di pensiero imprevedibile e inaspettata. Il romanzo cresce tra le mani; parte in sordina per esplodere nel finale. E’ un’opera delicata e terribile allo stesso tempo, ed il suomerito è di aver spostatol’attenzione suun angolo oscuro e spesso disprezzato della società. Il successo di questo romanzo conferma che a volte puntare i riflettori su universi spessotaciuti si rivela un bene. La solitudine dei numeri primi è un potenziale romanzo generazionale, di una generazione “diversa”. I personaggi in scena all’inizio sono tre bambini: Alice, Mattia e la sorella di lui, Michela, una ragazza con gravi problemi psichici. Alice è una bambina costretta dal padre a seguire una scuola di sci, peraltro da lei detestata. Un giorno si butta sulla pista con l’obbligo di “far vedere chi è” e si rompe una gamba, procurandosi una zoppia che l’accompagnerà tutta la vita. Mattia è un bambino di rara intelligenza, molto bravo a scuola; Michela è la sua sorella gemella, ed ha seri problemi psichici. Il giorno in cui finalmente sono invitati a una festa, Mattia decide di lasciare la sorellina al parco, su una panchina, tanto sarebbe tornato presto e lei da lì non si sarebbe mossa, invece Michela non sarà più trovata, e da quel giorno, il senso di colpa ed un vuoto incolmabile lo separerà per sempre dagli altri. Capitolo dopo capitolo, Giordano alterna il racconto dei due destini fino a farli incrociare, adolescenti, e dimostra di saper cogliere gli impacci e le pauretipici dell’adolescenza.La narrazione è intensa, ogni evento è una ferita che scava un solco nella vita dei giovani protagonisti.E’ il racconto di due solitudini e dell’amore come approdo salvifico. Dentro c’è il mondo di ragazzi chiusi nei loro chiusi e ostinati silenzi, perché l’essenziale non si dice mai, e gli eventi sono sentiti come troppo grandi per essere spiegati a parole. Per Giordano l’adolescenza è l’età in cui la vita è destino, quella in cui le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il resto della vita, ed il vero demone nella vita dei personaggi è proprio il peso delle conseguenze. Alice e Mattia hanno ricevuto dal destino la loro onerosa dote di dolore quando erano ancora bambini, a sette anni, e questo segnerà la loro insolubile diversità. Si incontreranno ragazzi e poi ancora adulti. Proveranno ad amarsi, ma impareranno soltanto a non allontanarsi mai l’uno dall’altra. Accetteranno la loro piccola distanza che, se impedisce loro di toccarsi, li condannerà al contempo a non dimenticarsi mai. Il romanzo è il racconto dell’inadeguatezza: Alice è zoppa, Mattia troppo intelligente, Michela (destinata a uscire di scena e insieme a restarci sempre, sullo sfondo) inadatta al mondo e basta. Sono, chi più chi meno, persone a disagio con la vita. Tanto Mattia quanto Alice, crescendo, faranno incontri, ma non cambierà lo stato delle loro esistenze segnate. Il linguaggio usato da Giordano è semplice ed attuale, particolare che spiega la fruibilità di un’opera presso un pubblico ampio, giovane soprattutto, cui lo scrittore consapevolmente ha scelto di rivolgersi. A lettura ultimata non si è più tanto certi di voler essere uomini e donne numeri divisibili, e come tali considerati normali.

La solitudine dei numeri primi
Di Paolo Giordano
Mondadori
304 pagine
18 euro

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