Nba Bargnani
Nba Bargnani

L’indimenticabile Catalano direbbe che è meglio avere talento piuttosto che non averlo. Ma il “professore” reso celebre dalle trasmissioni di Arbore, non specifica che il talento può anche essere visto come una colpa. Andrea Bargnani è stato la prima scelta del draft Nba 2006: roba riservata a pochi eletti. Vedere uno altro 2.13 m che tira con quella fluidità è ancora più raro. E allora qual è il problema? Semplice, che da uno così ti aspetti sempre il massimo e dato che sull’altra sponda dell’oceano qualcuno che sappia giocare con una palla a spicchi lo si trova facilmente, allora ad ogni passo falso  le critiche diventano pesanti come macigni. Se non segna quindici punti, le accuse partono in automatico. Ma anche quando ne mette a referto di più, si aggiunge che non incide, che non difende, che non sono “good twenty”. Uno così avrebbe bisogno di andare in una franchigia solida, con un sistema equilibrato che ne esalti i presi e ne nasconda i difetti (ammettiamo che nella metà campo difensiva…il talento è meno cristallino). E invece lui si ritrova dopo tanto peregrinare ai New York Knicks. Prendendo singolarmente gli elementi del roster, si potrebbe pensare in grande, ma l’alchimia è – o almeno è stata – un’illustre sconosciuta per tutto l’avvio di stagione. Sconfitte inopinate, squadra completamente in tilt, pubblico pronto a fischiare a ogni figuraccia. Poi cambia l’anno e nel 2014 improvvisamente New York risorge. Arriva finalmente una prima striscia positiva di vittoria e arrivano i Miami Heat bicampioni in carica al Madison Square Garden. Si rischia di essere spazzati via e invece i Knicks scoprono quanto sia piacevole giocare di squadra. I big fanno un passo indietro per il bene collettivo e Miami va al tappeto. Contenuto LeBron James, per quanto è possibile contenere un alieno, arginato Wade, tappato Bosh: proprio in difesa la squadra della Grande Mela fa la differenza. E la maggiore soddisfazione stagionale rischia di essere la chiave di volta dell’intera stagione. E Bargnani? 19 punti con 9/13 dal campo: ma che sapesse tirare lo sapevamo da tempo. Ciò che lo ha reso il “prescelto” almeno per una notte è la capacità di incidere nel match. Non ha seguito il match, preferendo condurlo. Scelte chiare in attacco con assist illuminanti, lucidità difensiva dove la conoscenza dei propri limiti diventa un vantaggio. Il Mago è tornato: i Knicks hanno bisogno di questo Bargnani e Bargnani ha bisogno di questi Knicks. Su questo anche il professor Catalano concorderebbe con noi…

Nba Bargnani , notte da sogno: che sia il momento della consacrazione?
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