Luca Morisi in azione in una partita contro l'Irlanda
Luca Morisi in azione in una partita contro l’Irlanda

Splenectomia, asportazione della milza. Una parola che, a chi preferisce le poesie alle pubblicazioni mediche, fa venire in mente una delle più celebre creazioni di Baudelaire. Perché allo spleen si lega la malinconia, quell’inquietudine di vivere che caratterizza tutti gli uomini dotati di particolare sensibilità. Non sappiamo se Luca Morisi sia un amante del Decadentismo, ma per sette minuti ha rappresentato l’essenza dell’eroe letterario. Ci sarà un motivo se gli inglesi parlano di basketball player o football player ma impongono la dicitura rugby man: ci possono essere giocatori di calcio o di pallacanestro, ma esistono solo uomini di rugby. E Luca Morisi, 22 anni centro del Treviso, indossava la maglia della nazionale nel test match con le isole Fiji quando un duro colpo lo ha fatto crollare a terra. Poteva uscire subito dal campo, in fondo si trattava di un’amichevole, e invece ha stretto i denti per altri sette minuti. Lo hanno poi portato in ospedale con la convinzione che si trattasse nella peggiore delle ipotesi di una costola incrinata e invece era la milza a essere così lesionata da richiederne l’asportazione.  In quei sette minuti c’è tutto lo spirito di un uomo di rugby che non si arrende all’evidenza, che prova ad oltrepassare i propri limiti. Quello stesso spirito è stato così apprezzato da portare migliaia di persone a scrivere messaggi, tweet e post per  sostenere Luca. Tornerà in campo e lo farà presto. Tutto passa: il dolore, la malinconia, il rimpianto. Solo la propria essenza: quella di un rugby player.

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