La musica è fatta di percorsi bizzarri, fotografie di vita, esperienze personali, delusioni e sorrisi, di incontri amari e vincenti. Ma tutto ciò porta i nostri sogni a diventare realtà.

La costruzione di un “sé”, lo sfogo di un “io” che invade i nostri pensieri e la nostra anima, che inquieta il nostro domani appesantendolo con mille domande e nessuna risposta… insomma, il racconto musicale della nuova generazione che la giovanissima Marta Gi descrive attraverso testi e musiche personali all’interno del suo primo album “Stranissimo Viaggio” che oggi, per Oblò, condivide con noi…

Allora Marta Gi, partiamo insieme per questo “stranissimo viaggio”, questo lungo cammino che ti ha portato artisticamente da semplice ed impegnata solista a voler condividere la tua musica con una band di tutto rispetto…
[oblo_image id=”1″]Incontri vincenti o meno e soprattutto sfogo… mi piace molto la descrizione che hai dato circa la mia musica! Infatti è così che la vedo e soprattutto la sento… Come un entusiasmante percorso fatto di molti ostacoli ma anche di grandi soddisfazioni. Oggi fare musica è sempre più difficile per un’artista emergente perché le case discografiche hanno paura di investire soldi e tempo in progetti che non conoscono bene. Il più delle volte, complice la ferrea legge del mercato, cercano di “vestirti” con abiti non tuoi ottenendo magari risultati positivi per loro ma che in realtà smorzano l’entusiasmo iniziale che hai. Per me, invece, fare musica non vuol dire vedere solo il tuo disco in vendita sugli scaffali di un negozio ma anche condividere le mie emozioni con chi lo ascolterà.
Ecco perché ad un certo punto della mia carriera artistica e dopo lunghi anni di piano e di assolo, ho sentito l’esigenza di confrontarmi con altri musicisti. Suonare per me è anche questo: scivolare all’interno di tante differenti emozioni. Così, dopo aver frequentato per molto tempo la scena underground di Roma ho finalmente incontrato quella complicità che cercavo, un “sottobosco” musicale diverso da me che oggi mi completa artisticamente.

Ad un certo punto della tua biografia, descrivendo probabilmente la tua esperienza, affermi che il tuo percorso inizia dove finiscono “i consigli dei tanti maestri”…
Sì, come dicevo prima questo è sicuramente un viaggio entusiasmante ma anche molto difficile. Ho avuto la fortuna di lavorare con Caterina Caselli e di partecipare al programma “Amici” di Maria De Filippi: tutte esperienze bellissime e che effettivamente ti aprono molte porte ma per contro ti trovi a vivere una realtà ovattata con, appunto, poca possibilità di esprimere chi sei realmente. Tutti ti consigliano, con i primi concerti inizi a guadagnare i tuoi primi soldi, tanti anche, la gente ti riconosce… all’inizio ti sembra una favola poi però ti accorgi di essere stata “mezzo” e non più protagonista del tuo lavoro ed i tuoi ideali vengono sopraffatti dal puro business. Non rinnego niente di quei tempi ma ero anche molto giovane ed inesperta; oggi è diverso. Credo nel mio progetto!
Insieme ai Gi Monkeys ho creato graficamente anche la copertina di “Stranissimo viaggio”, i pezzi li costruiamo nel nostro studio casalingo… mio fratello ha arrangiato il disco ed il mio ragazzo suona con me… Inoltre, abbiamo ricominciato ad esibirci gratis nei locali… Sicuramente la strada che abbiamo scelto è più difficile ma almeno rappresenta noi stessi.

[oblo_image id=”2″]Prima parlavi di “sottobosco musicale” ed inoltre, nella tua presentazione, ho letto che ti senti un po’ biancaneve, un po’ regina di cuori in mezzo a tanti “monkeys”, i tuoi compagni di musica, che simpaticamente chiami “cappellaio matto” (Daniele Frenetik Beat: drum programming and sinth), “orco” (Daniele Mr Orange Delzi: bass e bass sinth) e “soldatino” (Gianluca Sprizzetto Sassaroli: batterie acustiche)… il tuo sembra essere un viaggio nelle fiabe e nella follia pura! Cosa rappresenta per te il “mondo incantato” delle favole, la follia delle persone ed anche artisticamente come questo può incidere l’”anormalità” di ciò che noi riteniamo, spesso sbagliando, “normale”?
Amo molto la metafora delle favole. Il mio è un mondo figurativo… Spesso, quando devo descrivere un’immagine la prima cosa che mi viene in mente è un personaggio fiabesco. Non potevo quindi visualizzare i miei musicisti in altro modo.
Per quanto riguarda ciò che è “normale” o “anormale”… beh! Non ho mai fatto questa distinzione musicalmente parlando. Credo sia sbagliato scrivere per gli altri e quindi cercare di rendere il più possibile fruibili dei concetti solo per il gusto di renderli più “normali” per il pubblico. Non so se la mia musica è più pop o altro. Io scrivo per me e generalmente comprendo meglio ciò che ho fatto solo alla fine.

In radio sta già passando il primo singolo “via SCIO’” contenuto in “Stranissimo Viaggio”… un brano che rappresenta perfettamente il modo superficiale con il quale oggi i giovani affrontano i temi difficili della vita e che tu stessa definisci come “un modo folle di gestire tutte le cose, belle o brutte, che capitano”. Mi sembra quasi una sorta di auto analisi il tuo… aleggia fra i giovani una certa forma di nichilismo e di mancate responsabilità che poi, già solo definendole “follie”, danno contrariamente il senso di auto consapevolezza e di critica dei propri comportamenti. “via SCIO’” da cosa quindi? Cos’è che oggi, agli occhi degli altri, vi fa sembrare meno responsabili? Cosa, come recita anche la canzone, duole le nuove generazioni e non vi fa “guarire”?
Beh! In questo caso devo correggerti… In realtà “via SCIO’” non è un pezzo di denuncia e non è legato assolutamente ad un qualsivoglia fenomeno sociale. E’ semplicemente un pezzo autobiografico dove faccio più che altro riferimento alla mia difficoltà ad affrontare nell’immediato le situazioni difficili della vita. Purtroppo, generalmente, tendo a scappare, ad isolarmi e solo in un secondo momento, magari in quell’attimo di sana “follia”, a ritornare sul problema. Tra l’altro, è una canzone scritta durante una storia d’amore difficile e che non sapevo come affrontare. Si tratta quindi solo di un mio modo di reagire… Forse condiviso da altri giovani come me o forse no.

[oblo_image id=”3″]Sembri una ragazza con le idee chiare e con tanta voglia di emergere rimanendo fedele sempre ai propri ideali ed alle proprie aspettative. Dal tuo percorso artistico emerge che alla fine ti sei fatta influenzare poco, volente o nolente, dai nuovi mezzi di divulgazione della musica, come i famigerati social network (My Space, FaceBook,…) e dagli stessi reality che con tanta “grazia” oggi sfornano piccole e grandi “meteore”…
Non posso parlare male dei reality perché come ti dicevo prima agli inizi della carriera sono arrivata addirittura in semifinale nella trasmissione “Amici” e questo mezzo mi ha sicuramente aperto molte altre utili prospettive di lavoro. Non mi sento neanche di esprimermi negativamente a proposito dei nuovi social network in quanto adoro FaceBook che, oltre ad essere un valido mezzo per divulgare la mia musica appunto è anche un ottimo veicolo per stringere amicizie sincere. Non te lo dico tanto per dire… io lo uso un po’ al posto del telefono e veramente ho conosciuto belle persone. In fondo, credo sia solo cambiato “lo spazio” ma l’uso che ne fai, se positivo o negativo, dipende solo da te.

Ok Marta Gi, siamo arrivate alla conclusione di questa bellissima chiacchierata… io mi fermo qui ma a me ed ai lettori di Oblò rimane ancora un’altra curiosità: quale o quali i tuoi “prossimi viaggi”?
Beh! Pia, il viaggio è lungo. In cantiere ci sono molti concerti e già pronti 6 brani per il prossimo album. Diciamo che, per rispondere ancora alla prima domanda che mi hai fatto, insieme ai Gi Monkeys ho trovato quella completezza artistica che mi mancava… uguali passioni, uguali prospettive ma soprattutto l’amore per questo lavoro. Che rotta prenderà perciò il nostro “Stranissimo viaggio”? Sicuramente la direzione della musica, quella che sentiamo dentro al di là di come andrà…

www.martagi.it
FaceBook: Marta Gi

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