Ormai in Inghilterra ha un nome preciso: maledizione Ramsey , il curioso fenomeno per cui regolarmente ad ogni gol del brillante centrocampista dell’Arsenal segue la morte di un personaggio famoso. Whitney Houston, Steve Jobs, Nelson Mandela, Paul Whitaker e per ultimo Robin Williams : questa la sequenza di star scomparse poche ore dopo una rete di Ramsey.
La maledizione Ramsey è stata coniata dall’autorevole Sun e rapidamente è rimbalzata sul web come una valanga che continua a crescere. Il malcapitato giocatore non sa se sorridere o infastidirsi per la maldicenza: chiaramente è incolpevole e come tutti i casi legati alla superstizione è privo di ogni fondamento. Tuttavia, per gli amanti della cabala vale l’insegnamento di Agatha Christie : una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze sono un indizio, tre coincidenze sono una prova. E in questo caso abbiamo superamento ampiamente questo tetto.
Si tratta ovviamente di pretesti sarcastici come la pagina spuntata su Facebook dall’eloquente titolo: Salvare un gol di Ramsey è come salvare la vita a qualcuno. Intanto, però, i più scaramantici cominciano a vedere con preoccupazione ogni prodezza in campo del giovane talento dell’Arsenal temendo che si premonitore di una notizia funesta pronta ad abbattersi su un divo del cinema, della musica o su un grande statista. Come tutte le bolle di sapone anche questa è destinata a dissolversi rapidamente ma per il momento soprattutto i tifosi avversari si divertono a ironizzare eleggendo il povero Ramsey a gufo assoluto. La stampa britannica non aiuta e regala titoli a effetto del tipo: “Gol di Ramsey. Chi muore adesso?”.
Non se ne preoccupa invece il tecnico dei gunners, Arsene Wenger, che si coccola il giocatore convinto che questa sia la ragione della definitiva consacrazione dopo anni in cui è stato frenato dagli infortuni. In fondo, la superstizione è una costruzione artificiosa, il talento è molto più concreto.
