Luca Ronconi morto il padre del teatro contemporaneo

Luca Ronconi morto il padre dell'avanguardia teatrale
Luca Ronconi morto il padre dell’avanguardia teatrale

Quando muore un intellettuale, diventiamo tutti un pò più poveri. Quando muore un uomo di cultura capace di pensare con trent’anni d’anticipo rispetto agli altri, serbare il tesoro delle sue opere diviene un dovere. E Luca Ronconi, scomparso poco prima di compiere 82 anni, ci lascia il suo mondo magico fatto di passioni e coreografie, fantasia e cura maniacale per il dettaglio. Adorava osare ma non improvvisare, azzardava dando vita alle proprie intuizioni ma si preoccupava che tutti i suoi collaboratori avessero la stessa totale dedizione per la scena. Era ricoverato da tempo al Policlinico di Milano: la notizia della sua morte ha immediatamente dato avvio a messaggi di affetto e di riconoscenza dei protagonisti che hanno condiviso in parte il cammino di una carriera lunghissima e lastricata pressoché ininterrottamente di successi.

Luca Ronconi morto un genio del Novecento : la sua carriera

Nato in Tunisia l’8 Marzo 1933, si era formato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma nel 1953.

Il debutto come attore in Tre quarti di luna di Luigi Squarzina e Vittorio Gassman, per poi recitare con altri grandi registi prima di passare dall’altra parte della scena.

Nei primi anni ’60 con la compagnia di Corrado Pani e Gianmaria Volonté, si evidenzia come esponente dell’avanguardia teatrale e la consacrazione arriva nel 1969 con l’Orlando furioso  nella versione di Edoardo Sanguineti con scenografia di Uberto Bertacca. Lo spettacolo gli regalerà fama tra i confini nazionali e all’estero, grazie ad una tournée a New York.

Nel 1974 dirige una versione cinematografica dello stesso dramma, dove fra gli interpreti figurano attori del calibro di Massimo Foschi e Mariangela Melato. La versione televisiva andò in onda per cinque puntate nel 1975 la domenica in prima serata.

Nel corso degli anni collabora con diverse istituzioni teatrali, tra cui la Biennale di Venezia, di cui è direttore della Sezione Teatro dal 1975 al 1977. Nel biennio successivo, 19771979, fonda e dirige il Laboratorio di progettazione teatrale di Prato. Sono gli anni di spettacoli memorabili, tra cui Orestea di Eschilo 1972, Utopia da Aristofane 1976, Baccanti diEuripide 1977, La torre di von Hofmannsthal 1978.

Tra gli spettacoli da segnalare negli anni Ottanta, Ignorabimus di Holz 1986, Tre sorelle di Cechov 1989.

In seguito dirige il Teatro Stabile di Torino (dal 1989 al 1994), dove realizza tra l’altro un imponente allestimento (oltre sessanta attori) de Gli ultimi giorni dell’umanità di Karl Kraus, al Lingotto (1991).

Nel 1994 dirige a Salisburgo I giganti della montagna di Pirandello.

Diventa poi direttore artistico del Teatro di Roma (dal 1994 al 1998), dove nel 1996 dirige Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda e l’anno successivo mette in scena uno dei pochi drammi inediti della sua carriera, il Davila Roa di Alessandro Baricco, che riceve un’accoglienza negativa e I fratelli Karamazov di Dostoevskij 1998.

Nel 1999 passa al Piccolo Teatro di Milano, dove affianca il direttore Sergio Escobar in ruolo di direttore artistico. Qui debutta con due pièces: La vita è sogno di Pedro Calderón de la Barca e Il sogno di August Strindberg. Al Piccolo, nel 2002 dirige un originale spettacolo, Infinities, tratto da un testo scientifico del cosmologo John David Barrow,

Ha diretto anche le versioni per la televisione di molti suoi spettacoli.

Luca Ronconi morto : i riconoscimenti del mondo della cultura

Come regista lirico, ha curato l’allestimento di moltissime opere, soprattutto classici italiani (Monteverdi, Bellini, Rossini – Ronconi ha partecipato più volte al Rossini Opera Festival di PesaroVerdi e Puccini) e stranieri contemporanei (per esempio Il caso Makropulos di Janacek e Turn of the Screw di Britten).

Nel 2006 realizza cinque spettacoli collegati tra di loro per i XX Giochi olimpici invernali di Torino. Per tutti questi spettacoli (denominati Progetto Domani), Ronconi vince unPremio Ubu Speciale “…per la complessità e la riuscita artistica di una iniziativa nella quale il teatro concorre a trovare nuova linfa espressiva nella riflessione sulla contemporaneità”.

Ha ricevuto lauree honoris causa dalle università di Bologna (1999), Perugia (2003), Urbino (2006, in occasione dei festeggiamenti dei 500 anni dell’Università) e Università IUAV di Venezia (2012).

 

Luca Ronconi morto il padre del teatro contemporaneo : alcune delle sue frasi

Voglio vedere se al di là di una comune convenzione generazionale ci siano degli spiragli verso il futuro, come sia possibile cioè avere la libertà di appartenere a una generazione pur salvaguardandosi delle possibilità di futuro..

 

Penso che si viva meglio se si seguano più direzioni anziché una sola

Come attore sarei stato mediocre

Luca Ronconi morto  a 82 anni uno dei grandi precursori del teatro. Regista rivoluzionario e avveniristico: era ricoverato al Policlinico di Milano
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