[oblo_image id=”1″] Bisogna diffidare dal clima sereno. Per le abitudini italiane, niente può essere più devastante di un ambiente ovattato dove tutto fila liscio. Meglio l’aria pesante da trincea, quella dove la tensione si taglia con il coltello magari con la stampa che si diverte a creare polemiche e i “gufi” pronti ad avventarsi al primo passo falso. Non è un caso che il successo mondiale sia arrivato nell’estate più difficile della storia del pallone nostrano dilaniato dallo scandalo calciopoli. Lo stesso Marcello Lippi ha raccontato come una vigilia così anomala – qualcuno addirittura si era spinto a chiedere il ritiro dalla nazionale dalla rassegna iridata – abbia cementato il gruppo rivelandosi una chiave per dare il via alla trionfale spedizione tedesca. Anche Arrigo Sacchi condivide la stessa linea di pensiero avendo dichiarato più volte che i suoi successi più importanti sono arrivati dopo notti insonni. Sarà un caso ma durante i mondiali americani del ’94 dormì tranquillamente solo alla vigilia della fatale finale col Brasile…

Al contrario, l’avvicinamento agli Europei 2008 è stato quantomai dolce. Nessun caso nel ritiro, nessuna polemica da dare in pasto ai giornalisti nè un caso che turbasse la quiete dello spogliatoio. Una serenità quasi irreale al punto che nel ritiro si è discusso più delle trattative di mercato che delle imminenti sfide continentali. Qualcuno (vedi Barzagli) ha addirittura “approfittato” dell’occasione per firmare nel tempo libero il nuovo contratto con i  tedeschi del Wolfsburg. Rispettando la tradizione, tanta tranquillità ha anticipato un disastro, per fortuna non irrimediabile. L’esordio con l’Olanda non ha palesato solo i limiti tecnici di un gruppo incapace di sfornare talenti dopo i Mondiali (per di più quei pochi come Aquilani non trovano spazio tra i titolari) e paradossalmente “succube” di una perniciosa gratitudine verso i reduci della notte di Berlino che impedisce di salutare campioni straordinari ma oramai sul viale del tramonto. L’Olanda ha mostrato più fame: una brama di emergere prendendo alla giugulare i campioni del mondo in carica.

Ma visto che ogni medaglia ha il suo rovescio, anche un inopinato 0-3 può essere benefico. Ora l’Italia è ad un punto di non ritorno. Dovrà ribaltare la classifica e smentire i “gufi” che sono prontamente tornati in azione. Una situazione così delicata dove si mescolano paura, tensione, rabbia e voglia di riscatto. Il nostro clima ideale: tre sberle lasciano un livido, ma spesso sono più benefiche di una carezza. Se qualcuno crede nel vecchio adagio secondo cui quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, ora ha l’occasione di dimostrarlo.

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