[oblo_image id=”1″] Invincibile è un aggettivo che nello sport viene usato con la massima cautela. Un pò perchè la storia insegna come anche i campioni più straordinari siano destinati a cadere, un pò perchè si teme che sbilanciarsi con un termine così impegnativo possa portare sfortuna. Ma nessun altra parola è più indicata per descrivere Rafael Nadal: il re della terra rossa. Al Roland Garros ha conquistato il quarto titolo consecutivo eguagliando il record di Bjorn Borg che cavallerescamente gli ha consegnato il trofeo. Un risultato ancora più strepitoso se si pensa che il fuoriclasse di Palma di Maiorca ha appena 22 anni mentre non si scorge nessuno all’orizzonte in grado di contrastare il suo dominio. A Parigi, il curriculum di Nadal è ancora immacolato: 28 match complessivi, altrettante vittorie.

Come se non bastasse, il divario con gli avversari continua a dilatarsi. Una supremazia che spiegabile solo in parte con motivazioni tecniche. Senz’altro il fisico esplosivo unito ai velenosi “tagli” del polso sinistro dello spagnolo sono armi micidiali. Ma nel circuito sembra che oramai vi sia anche una sorta di sudditanza psicologica. Ancora prima di scendere in campo. gli avversari di Nadal sono consapevoli della triste sorte che li attende. Lo sguardo dei protagonisti all’uscita degli spogliatoi o durante gli scambi di riscaldamento sono più che eloquenti.

L’edizione 2008 degli Internazionali di Francia non hanno avuto storia. Dopo essere giunto in carrozza alle semifinali, il tabellone riservava a Nadal gli avversari più temibili: l’emergente Djokovic e l’eterno rivale Federer. Il serbo sceso in campo con la consueta ambizione, ha dovuto arrendersi stritolato dal palleggio asfissiante dell’avversario. Lo svizzero numero uno al mondo aveva l’appoggio di tutto il pubblico che si pregustava l’ennesima sfida tirata sino all’ultimo punto. Ed invece è stato un massacro sportivo. Il maiorchino ha rasentato la perfezione tenendo un ritmo stratosferico che ha mandato completamente fuori giri il frastornato Federer. Il punteggio finale recitava un impietoso 6-1,6-3,6-0. Il campione elvetico nonostante l’umiliazione di aver raccolto appena quattro mesi ha consevato il solito stile senza cercare alibi. “Non avevo problemi fisici a condizionarmi. Sono sempre io, soltanto che quando Rafa gioca così, non c’è niente da fare”.

E se ad alzare bandiera bianca è il talento più puro del tennis mondiale dell’ultima generazione, allora forse per il binomio Nadal-terra rossa si può scomodare quell’aggettivo: invincibile.

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