Fin dai tempi della scuola superiore, l’insegnamento più importante che ho ricevuto è giunto da parte del professore di storia dell’arte: leggere di fotografia per leggere la fotografia.

Di grande erudizione e sincera passione, per noi giovani studenti di fotografia è stato un vero Maestro; dotato di calma e pazienza, è riuscito a trasmetterci l’interesse e la capacità di saper leggere le immagini, da ogni fonte disponibile. Prima di tutto, ci ha insegnato ad acquisire dai testi la storia della rappresentazione per immagini, quella che si è svolta nei secoli secondo il percorso dell’evoluzione umana, tramite ogni possibile tipologia espressiva. Poi, seguendo il metodo, è stato possibile verificare, attraverso l’attenta lettura visiva, come chi ha eseguito l’opera abbia calibrato ogni elemento a sua disposizione per realizzare la comunicazione del messaggio. A partire dai graffiti rupestri, per esempio, o da incisioni e pitture ritrovate nelle grotte, impresse su varie superfici negli antichi luoghi sacri, nel corso del tempo sono giunte a noi le immagini rappresentanti le realtà dell’epoca, filtrate dal contesto sociale e culturale in cui gli autori hanno vissuto.

Uno dei punti fondamentali di questo percorso didattico è la lettura di libri specialistici e di ogni pubblicazione riguardante l’educazione visiva, la formazione e la storia degli autori, i metodi utilizzati; solo attraverso lo studio attento degli strumenti e del prodotto comunicativo è possibile eseguire una lettura completa di ogni elemento utile ad assimilare in modo significativo quello che vediamo.
Di primo acchito potrebbe apparire ridondante, tuttavia l’esperienza mi ha insegnato che ogni fotografia osservata – e “letta” – è un gradino in più nell’ascesa verso l’arricchimento personale: se voglio imparare a comunicare con l’immagine devo leggere di fotografia per leggere la fotografia. Le occasioni per realizzare questo obiettivo sono molteplici: dai libri dei grandi maestri sino agli attuali “ambienti” virtuali del web , dove le fotografie sono addirittura sovrabbondanti (anche questo è un profondo insegnamento…) abbiamo l’opportunità per imparare a leggere la fotografia in ogni sua rappresentazione e significato. È un atto di volontà e di umiltà, dov’è comunque a nostra disposizione tutto quanto gli altri fotografi hanno messo in campo per giungere alle immagini come opere compiute.

Come mia consuetudine – anche questo lo devo al caro professore – non ho intenzione di enunciare sentenze o indicare una via esclusiva da seguire; semplicemente, mi sorge spontaneo il desiderio di condividere un insegnamento prezioso che, per il mio percorso, ha significato una indispensabile necessità.