[oblo_image id=”1″] Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e lavorare con lui si vanta di aver visto da vicino un autentico maestro di giornalismo. Chi a distanza di anni rilegge le sue opere pensa esattamente la stessa cosa. Giovanni Arpino resta uno dei più fulgidi esempi di come letteratura e sport possano fondersi in modo così armonioso da non riconoscere più l’una dall’altro.
A oltre trent’anni dalla sua prima apparizione, Spoon River ha ripubblicato Azzurro Tenebra, un romanzo di culto per gli amanti del genere. Nel classico stile anticonformista e originale dell’autore, la storia segue una delle più grandi disfatte del nostro calcio: la precoce eliminazione della nostra nazionaleai mondiali del 1974 avvenuta per opera di Argentina e Polonia.
[oblo_image id=”2″] Ancora oggi, il libro appare attualissimo. Poco importa se i calciatori protagonisti della storia – citati sempre con uno pseudonimo – abbiano appeso le scarpe al chiodo da tempo o se il giornalismo non possa più annoverare firme prestigiose come quella di Gianni Brera. Il Vecio Bearzot, San Dino Zoff, Fabio il Geometra Capello, il Bomber Riva, Golden Boy Rivera sono solo alcuni dei personaggi del romanzo rivisitati ma non deformati dalla penna di Arpino. Ironia e malinconia sapientemente miscelate, continue digressioni sull’Italia di quegli anni ed un linguaggio inventivo rendono Azzurro Tenebra una gemma da custodire gelosamente. Ancora oggi si susseguono le iniziative che si propongono di ricordare la figura dello scrittore scomparso nel 1987.
[oblo_image id=”3″] La città di Bra, dove ha trascorso la sua giovinezza, gli ha dedicato un centro polifunzionale e un premio letterario, Nichelino, nella periferia della tanto amata Torino, ha intitolato a suo nome la biblioteca e ha promosso incontri e convegni (www.bibliotecanichelino.it). Non sarà esaustiva della grandezza poetica di Arpino, ma è doveroso ricordare uno dei suoiaforismi più significativi: “Non c’è romanzo senza idee ma anche senza stile”.