La parola presepio deriva dal latino praesepium che ha il significato di recinto chiuso, stalla. La sua nascita viene attribuita a  San Francesco, che nel Natale del 1223 , a Greccio (provincia di Rieti), decise di rappresentare la nascita di Gesù , con la collaborazione di persone che interpretarono l’evento.

[oblo_image id=”1″]A dir la verità pare che già nell’alto medioevo esistesse qualcosa di simile ma San Francesco nella sua versione, con bue ed asinello compresi, davanti ad una mangiatoia posta in una grotta, vi celebrò la messa,  rendendo sacra la sua rappresentazione!
Da allora nacque questa tradizione religiosa, un insieme di fede e arte  amalgamati dal sogno di bambino che si protrae nel tempo e che per molti dura una vita.
Il presepio non è solo un insieme di statuine di uomini, animali e casette ma è pure la costruzione di paesaggi, l’introduzione di idee che lo arricchiscono ogni anno.
Per chi come me ha la passione, il presepio (quello tradizionale)  è un posto ideale dove rifugiare il tuo sogno del Natale sempre più banalizzato, offeso, deriso, svuotato della sua magia e riempito di pubblicità.

Chi ama il presepio è portato a perfezionarlo con piccoli particolari, che lo arricchiscono di segreti, sempre in evoluzione.

Fino all’Epifania c’è spazio per aggiungere un rametto, camuffare meglio una luce, sistemare un gregge o aggiungere solo un po di muschio.

E’ il piacere di creare per se stessi e per i bambini che avranno la curiosità di guardare e anche frugare tra i segreti  (è difficile non farlo e per questo lasciavo una zona franca dove mie figlie potevano giocare). L’acqua che scorre nel letto del torrente le pale del mulino che girano trascinate dall’acqua, le dissolvenze delle luci che si alternano alle ombre, luci di un villaggio che si accendono e l’alba che  poi scompare nel buio rischiarato dai fuochi dei pastori, dalle stelle e la cometa.

Certo, non tutti i presepi hanno tanti particolari ma il cuore di chi li costruisce è lo stesso. Il profumo del muschio e dei piccoli rametti che fungono da alberi, danno al presepio il suo odore  magico, quello che per voi e la Vostra famiglia sarà uno degli odori del Natale.

Se avrete le casette disperse nelle montagne di carta, che rivestono scatole o polistirolo o legno o unite in un insieme a costituire un villaggio la in una di quelle casette sopra la capanna Voi  vorreste rifugiarvi o sognare di poterci andare.

Il presepio può essere  anche solo una capanna con la sacra famiglia e poche altre statuine, dove un’unica piccola luce illumina la mangiatoia e la semplicità che molti di noi qualche volta vorrebbero ritrovare nel frastuono in cui  viviamo e dove il  rumoreggiare di grida, motori e tv sembrano l’unica possibilità di dimostrare agli altri di essere vivi.

Da molti è visto come una perdita di tempo ma chi ha dei bambini o ragazzini o adulti che l’hanno visto da sempre in casa, sa che in cuor loro (anche se fanno i duri) c’è in quel presepio una parte del loro Natale e dei Vostri sogni.

A patto che non ci siano scene tipo “Natale in casa Cupiello” la commedia del grande Eduardo de Filippo dove il dramma (tragico e comico) si svolge quasi tutto intorno a “u Presepe” it.youtube.com/watch?v=hlZtjvNxsIs&feature=related. Fuori dalla magia solo alcuni avvertimenti non lasciate mai il presepio acceso quando non siete in casa o mentre dormite… e attenzione che l’acqua, magari goccia a goccia non raggiunga  i fili elettrici…Basta solo accortezza, pazienza e prudenza, per il resto coltivate questo piccolo sogno, ne vale la pena anche se sarà minuscolo e senza acqua!

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