Kobe Bryant
Kobe Bryant
Kobe Bryant, rientro vicino

Come un leone in gabbia, peggio di un leone in gabbia. Kobe Bryant scalpita per tornare dopo l’ennesimo infortunio , l’ultimo di una lunga serie al piatto tibiale, che lo sta costringendo a seguire da spettatore l’odissea dei suoi Los Angeles Lakers, con cui ha rinnovato il contratto per altre due stagioni, sigillando di fatto una carriera vissuta interamente in gialloviola. “Mi sento bloccato come non mi è mai capitato, ma voglio solo rimanere concentrato per tornare in campo” ha confidato il Black Mamba che sa di essere indispensabile per salvare l’annata di una franchigia, ferma a un inquietante score di 14 vittorie e 25 sconfitte. I medici frenano anche perchè sanno che Bryant ha una soglia del dolore che ha poco di umano: il giocatore vorrebbe tornare rapidamente, lo staff preferirebbe più cautela per evitare ricadute.

Nel frattempo, i Lakers stanno bevendo fino in fondo il calice amaro di una stagione che si sapeva difficile e che si sta rivelando ripida come la salita del Mortirolo controvento e sotto la bufera. Ultima “chicca” la debacle contro i “cugini” dei Clippers che sembrano aver “donato” parte della loro atavica sfiga ai più blasonati vicini. Un numero imbarazzante di infortuni con Nash e Bryant sempre indisponibili mentre D’Antoni è costretto a cantare e portare la croce: non può prendersela con la banda dei suoi giovani che non lesina comunque impegno ma sa che a Los Angeles sponda Lakers, la pazienza è poca. Vero che nella prossima stagione il draft potrebbe portare piacevoli novità ed è probabile che scossoni di magnitudo difficilmente ipotizzabile possano abbattersi sull’Nba con il conseguente cambio di casacca di alcune stelle. Ma prima del futuro viene il presente – come chioserebbe il professor Catalano – e il presente dei Lakers è poco glamour e molto horror. A meno che non giunga in soccorso uno con la maglia numero 24 che di nome e cognome fa Kobe Bryant e che ha dimostrato per tutta una carriera di far sembrare reale ciò che per gli altri era impossibile anche solo da immaginare.

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