“Amare le differenze” per qualcuno può voler dire compromettersi, per altri è sinonimo di libertà, per Karima, invece, rappresenta il traguardo più importante nella sua carriera d’artista: l’album d’esordio.

La bella Karima ci ha concesso un’intervista esclusiva proprio nel giorno più importante. Venti minuti di intenso scambio di opinioni con l’ex concorrente del reality “Amici”, vincitrice morale del 59° Festival di Sanremo nonché prossima protagonista del concerto di San Siro del 21 giugno a favore dell’Abruzzo terremotato.

Karima è un concentrato di carica esplosiva, grande forza di volontà, senso di ironia e tanta umiltà. Una ragazza che fin da giovane ha imparato a scontrarsi con il mondo dello spettacolo camminando a testa alta ma sempre in punta di piedi.

[oblo_image id=”2″]Allora iniziamo: Karima, finalmente tra un tuo appuntamento e l’altro riusciamo a parlarci… Devo dirti la verità. Non ti conosco benissimo in quanto il programma “Amici” è una trasmissione che, per gusto personale, non ho mai seguito; inoltre quando ti sei esibita sul palco del 59° Festival di Sanremo mi trovavo all’estero e quindi anche questa possibilità di vederti all’opera è saltata. Così, quando il mio direttore mi ha detto che dovevo intervistarti mi sono fatta immediatamente un giro sul web per carpire qualche informazione in più su di te. Alla luce di ciò, oggi, sono contenta di poter fare questa chiacchierata perché da quel che ho scoperto sembri essere una bella persona prima ancora che una valida artista.
Grazie per il complimento Pia. Penso che oggi come oggi sia molto importante essere delle belle persone innanzitutto.

Fatte le dovute presentazioni, passiamo alle domande vere e proprie…Ho letto la tua biografia ed ho visto che prima di ottenere questi ottimi risultati hai fatto molta gavetta. C’è anche da dire che hai iniziato molto presto a cantare e che oggi ti stai godendo il meritato successo ad un’età ancora molto giovane ma con alle spalle già la responsabilità di un repertorio musicale decisamente raffinato (come il soul, il jazz, il R&B, …) ma soprattutto difficile da trovare in una ragazza della tua età.

Da dove nasce l’amore per questo genere musicale? Pensi sia facile, qui in Italia, riuscire a farsi apprezzare ed a mantenere, discograficamente parlando, uno stile musicale più tipico di altri Paesi? Ma soprattutto, uno stile musicale (ma a dire il vero un po’ tutti i generi) che almeno in Italia agevola maggiormente le voci maschili piuttosto che quelle femminili?
[oblo_image id=”3″]Ho avuto la fortuna di nascere in una casa dove la passione per la musica era già forte. Mia mamma è stata sicuramente quella che più ha influenzato il mio ascolto pur lasciandomi una certa libertà di scelta. Sono comunque cresciuta con cantanti quali i Police, i Dire Straits, Bob Marley, Stevie Wonder, Whitney Houston e tanti altri dell’epoca. Dentro di me, poco alla volta, sentivo nascere l’impulso naturale di avvicinarmi sempre di più ad uno stile musicale che ormai sentivo mio, così, all’età di 12 anni, ho iniziato a cantare Gospel e da lì non mi sono più fermata. Una passione inspiegabile. Qualcosa che è dentro ad ognuno di noi. Per quanto riguarda la questione che in Italia si privilegino maggiormente le voci maschili e che per loro sperimentare generi musicali che vanno al di là della classica canzone italiana sia più facile non saprei risponderti… è indubbio che all’estero sia più facile e che le donne che sperimentano musicalmente siano di più. Forse è solo una questione legata all’immagine costruita dalle stesse major, in fondo si sa che (lasciando per un attimo da parte il talento) un cantante sul palco attira sicuramente di più il gentil sesso rispetto ad una cantante donna. O semplicemente è solo una questione culturale. In Italia vince la “canzone popolare”, davvero difficile confrontarsi con le culture degli altri Paesi, culture che musicalmente rappresentano il miscuglio delle loro provenienze di origine.

A proposito di donne… il 21 giugno sarai sul palco di San Siro a Milano con altre grandi star. Un concerto tutto al femminile dedicato ad una lodevole causa come quella della raccolta fondi per aiutare i terremotati in Abruzzo. Innanzitutto, cosa vuol dire per te essere “donna”?… e poi, donna tra queste donne? Che potere ha, secondo te, la musica anche di fronte a catastrofi del genere? Che valore dai tu alla musica, oltre a quello personale?
[oblo_image id=”1″]Essere una donna è difficilissimo ma al contempo bellissimo. Penso che non vorrei mai essere nata uomo, tranne in certe quotidianità della vita che spesso, come Pia anche tu ben sai, rompono…non so…ad esempio farsi la ceretta…una vera rottura! Ahahah… A parte gli scherzi, mettere al mondo un figlio è un dono fantastico che solo la donna può fare. Già da questo si vede la forza che abbiamo. Fra queste donne (Elisa, Fiorella Mannoia, Gianna Nannini, ecc.), invece, io mi sento solo una piccola donna. Per me è stupendo esserci e ringrazio la Pausini per avermi invitata ma entrerò in punta di piedi perché è un qualcosa di più grande di me. Per quanto concerne il valore che do alla musica, beh! Questo è qualcosa che nasce esclusivamente dal valore personale. A guidarmi in questa scelta artistica è stato principalmente l’istinto, una voce forte che sentivo dentro. Non sono brava nell’esprimermi a parole ma quando canto dico tutto e se con questo mezzo posso “parlare” ed aiutare persone meno fortunate di me, allora il mio “urlo” sarà grande.

Tra l’altro, il tuo nuovo e primo album si intitola “Amare le differenze”. Tu sei per metà italiana e per metà algerina e purtroppo, anche se abbiamo fatto passi da gigante, sappiamo quanto ancora sia difficile integrarsi. Ora, non conosco le tue ideologie a tal proposito e neanche siamo qui per discuterne, inoltre, probabilmente sei cresciuta in Italia e quindi sei al 90% italiana ma, cosa pensi della difficoltà ancora oggi di riuscire a farsi accettare in una società diversa dalla propria e a farsi accettare invece dalla propria società in quanto donna ma soprattutto in quanto donna di spettacolo? Ti chiedo questo perché anche se sei nata in Italia hai comunque radici culturali che poco sopportano un ruolo femminile simile a quello che tu rappresenti, cioè, quello di una donna dinamica, moderna, di spettacolo…
mmmh! Bella domanda! Beh! Intanto mi sento italiana perché sono nata e cresciuta in questo Paese. E’ anche vero che nel mio DNA scorre una buona parte di sangue algerino, cosa che si nota anche dalle mie sembianze. Detto questo, vedere una donna europea al successo è normale mentre nei Paesi arabi, dove la cultura come dici tu è più restia a certe cose, è sicuramente più complicato. In Algeri, comunque, sono vista dai miei nonni e dai miei zii come una persona, anzi, come una Donna che ce l’ha fatta, proprio perché sanno quanto culturalmente sia difficile per noi femminucce ottenere certi risultati di indipendenza. Per me è veramente gratificante.

Allora Karima, siamo arrivate all’ultima domanda… Fino ad oggi hai ottenuto molti riconoscimenti, partecipato a molte trasmissioni e concerti importanti, collaborato con mostri sacri della musica ed ora un tuo brano, “Come le foglie d’autunno”, è stato anche inserito in uno spot pubblicitario in onda in questi giorni sulle reti nazionali per una nota casa automobilistica. Nel web, su di te, ho trovato molti commenti positivi ma anche qualche commento negativo (…e, credimi, ben vengano!). Ora, cosa rispondi a chi pensa che hai bruciato le tappe, che il tuo album sia troppo “striminzito” (queste le parole usate da un collega) e che non hai ancora la maturità per affrontare un genere musicale così impegnativo nonostante tu abbia delle buone basi?
Insomma, ti do la possibilità di replicare descrivendo il tuo nuovo album “Amare le differenze” e le emozioni che questo ti ha dato nel registrarlo visto che si tratta anche del tuo primo lavoro discografico come solista.

[oblo_image id=”4″]“Striminzito?!?”…Così ha detto? Beh! Se questo giornalista si riferiva al fatto che l’album contiene solo 6 pezzi e che tra questi uno è cantato due volte, cioè prima da me e poi lo stesso interpretato insieme a Mario Biondi, beh! sicuramente non posso che dargli ragione ma se la deve prendere con la casa discografica. Ahahah In realtà si tratta solo di una scelta logistica. Se vai a guardare nessun nuovo e soprattutto giovane artista inserisce più di sei o sette canzoni nei primi album in uscita in quanto abbiamo bisogno di farci conoscere. Proporsi sul mercato, in un momento economico complicato come quello che stiamo vivendo, con un lavoro di registrazione lungo che porterebbe sicuramente ad alzare i prezzi del cd, risulterebbe così troppo difficile per noi. Ecco perché mi presento nei negozi con un album “striminzito” ma con un prezzo accessibile a tutti, soli euro 9, 90. Inoltre, sono consapevole di dover artisticamente maturare ma sono pronta ad imparare. Infine, in “Amare le differenze” non mi sono limitata ad un unico genere come qualcuno potrebbe credere ma ho preferito svariare.

A tal proposito, non hai paura di correre il rischio di confondere l’ascoltatore presentandoti a lui con un cd che propone non un’unica linea musicale ma più generi differenti?
Questo album rappresenta le diverse facce della mia esperienza, rappresenta me stessa ed il mio amore senza limiti verso la musica. Perché escludere uno stile? La musica è tutta bella se vissuta nel modo giusto. E’ un messaggio di libertà!

Progetti futuri, oltre a quello già citato del 21 giugno?
A luglio aprirò, come Special Guest, tutti i concerti di Bacharach Seguiranno delle serate tutte mie…. Ad ottobre, invece, uscirà il mio secondo lavoro discografico.

E allora in bocca al lupo Karima. Ti aspettiamo allora ad ottobre sulle pagine di Oblò.it

Sito Ufficiale: www.karima-ammar.it

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