[oblo_image id=”1″] Non si può parlare di bocciature definitive alla prima giornata. Ma non si può negare che la prima interrogazione si sia rivelata un fiasco colossale. Scena muta al San Nicola, il Bari chiama e la Juve non risponde. Delneri sapeva che la squadra non arrivava preparata all’appuntamento, rabberciata dagli infortuni, scombussolata dal mercato, distratta dalle possibili trattative sul filo di lana. Tutto vero, ma l’atteggiamento della truppa è stato sconfortante. Dimesso, rassegnato, a tratti persino irritante. I limiti tecnici si conoscevano, quelli caratteriali si sperava di averli archiviati con la disgraziata stagione lasciata alle spalle. Ed invece, pur cambiando gli interpreti, si è rivista la solita Armata Brancaleone incapace di reagire alla prima difficoltà, priva di quell’orgoglio necessario per rivendicare la nobilità della propria maglia al cospetto di un avversario certamente di tutto rispetto ma che è apparso – o è stato fatto apparire – fenomenale. Prima di intervenire sul mercato e di ridare ordine in campo favorendo l’inserimento dei colpi estivi, è necessario che la società lavori per recuperare lo spirito. Fa un certo effetto rileggere ora i messaggi mandati dalle pagine personali dei social network da Marchisio e Felipe Melo. Il primo reclamava un futuro da pilastro del centrocampo bianconero, il secondo arringava la folla esultando per la disfatta nerazzurra in Supercoppa. A parole l’attaccamento alla maglia sfiora la devozione, ma in campo tanto ardore si esaurisce al punto che Donati e Almiron sembravano la rivisitazione in salsa barese di Xavi e Iniesta. Ovviamento, non sono solamente loro due, a dover finire sul banco degli imputati;  tuttavia non si può neanche far passare il ritornello :”tutti colpevoli, nessun colpevole” che ha mestamente accompagnato l’avventura di Ferrara e Zaccheroni. La pausa sarà salutare per dare il tempo a Krasic, Aquliani e Quagliarella di recepire i dettami tattici di Delneri e non è escluso un nuovo intervento sul mercato di Marotta possa alzare il tasso tecnico dell’organico. Prima, però, è bene riguardare con calma la partita del San Nicola per recitare un lungo mea culpa. Si può perdere, ma c’è modo e modo. Farsi prendere a pallate dall’avversario non appartiene al dna bianconero e deve indurre subito a reagire. Siamo a settembre ed è gia tempo di esami di riparazione.

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