E morto a 53 anni mentre era in vacanza con la sua famiglia Jay Adams , vittima di un arresto cardiaco. Il suo nome potrà dire poco ai più giovani ma negli anni è stato un’icona grazie al suo amico più fedele: lo skateboard. Jay Adams ha rivoluzionato il mezzo sdoganandolo da divertimento di pochi e facendolo diventare una moda. Dai trucchi artigianali a un nuovo stile che corrispondeva a un modo d’essere: le evoluzioni assomigliavano a quelle di una tavola da surf. Per ironia della sorte, tutto era cominciato proprio dove l’acqua doveva esserci ma era latitante: Jay Adams si è allenato per anni nei fondali delle piscine svuotate dalla grande siccità del 1975.
Da vero leader aveva fondato il suo tema, lo Zephyr Skate poi Zephyr Boys e consacrato come Z-Boys divenendo una celebrità e un modello per milioni di giovani americani. Più tardi ha recitato in un film ispirato alla sua storia , Lords of Dogtown. Era un profeta del divertimento puro, selvaggio in cui lo skateboard diventava espressione di libertà da plasmare a proprio piacimento disegnando ghirigori nell’aria.
Ma non erano mancati i problemi sia con la legge sia con la tossicodipendenza. Era stato accusato di istigazione per omicidio nei confronti di un ragazzo ucciso in un pestaggio e più recentemente è caduto nel tunnel dell’eroina in seguito a una serie di lutti in famiglia. Con lui, se ne va un pezzo dell’America degli anni ’70 che si illudeva – e forse si illude ancora – di poter arrivare a una forma totale di libertà semplicemente rifiutando schemi e tradizioni. E invece al di là dell’epilogo anticipato, Jay Adams con i problemi ci è andato a sbattere più volte anche dopo aver conosciuto la notorietà. Dopo l’ennesimo arresto disse: “Non sono cresciuto con modelli positivi, non è colpa mia”. La tavola da skate serviva per aprire parentesi che escludessero la vita vera.Ma ogni tanto quelle parentesi si chiudevano e l’ingovernabilità dell’animo emergeva. Finchè il cuore ha detto basta lasciando nello sconforto i nostalgici.