Daniele Meucci
Daniele Meucci
Daniele Meucci medaglia d’oro nella maratona degli Europei di Zurigo

La maratona non è una gara come le altre. Non ci sono attrezzi, strumenti o pedane. Soltanto uomini che devono correre per 42 km e 195 metri che lacerano muscoli e nervi. Non si tratta soltanto di resistere all’acido lattico o agli attacchi degli avversari, nella maratona c’è il tempo per pensare. Per chiedersi se sia il caso di accelerare tra il sogno di tagliare per primi il traguardo e il terrore che il fisico presenti il conto. Non importa che ci sia il pubblico assiepato sulle strade o che l’allenatore continui a far sentire il proprio incitamento. Il maratoneta era e rimane un solo: non sa se o quando rimarrà svuotato di energie. Intanto corre

Daniele Meucci , una tattica da manuale

E Daniele Meucci a questa maratona di Zurigo ci ha pensato tanto. Nei mesi di preparazione in cui ha limato ogni allenamento per presentarsi al 100% alla rassegna continentale. Ha continuato a far lavorare la testa anche in corsa quando non ha risposto al ritmo folle tenuto dal polacco Chabowski fin dal via. Nessuno strappo perché ogni scatto è veleno per i muscoli, ma un incedere costante e perentorio per il nostro portacolori che ha atteso il momento propizio per l’allungo decisivo. E la chiave di ogni maratona è il 35esimo chilometro, quando il traguardo sembra vicino ma le forze cominciano a scarseggiare. In quel momento un atleta ha il dubbio se rischiare di andare fuori giri alzando le frequenze o se rimanere con la stessa cadenza. Niccolò Tommaseo diceva: “Chi non vede i limiti è un matto. Chi li esagera è un idiota”. Chissà se Daniele Meucci ha mai letto gli scritti del linguista di Sebenico ma senz’altro avrà pensato: “Meglio matto che idiota”. E così proprio dove gli avversari cedevano, l’azzurro si involava con una cavalcata leggiadra che vale un oro splendido nella gara più prestigiosa. Esaltante vedere il suo viso decontratto nell’ultimo chilometro dove l’attenzione per la condotta di gara ha lasciato il posto all’orgoglio per quanto stesse realizzando. Gli ultimi mille metri quando si è sicuri del successo sono un’esplosione emotiva: da un lato non vedi l’ora di tagliare il traguardo, dall’altro ti rendi conto che le sensazioni che stai provando sono talmente uniche da volertele gustare il più possibile. Perché quelli come Daniele Meucci per arrivare a compiere mille metri da trionfatori, di chilometri ne macinano decine di migliaia in anni di allenamento lontani dalle luci della ribalta.

Ottimo il tempo cronometrico di 2h11′ 8” fatto registrare su un percorso ondulato: 52 secondi di vantaggio su Yared Shegum e 1’07 su Aleksey Reuvkov che si sono divisi le piazze d’onore sul podio.

Non sarà l’immagine di copertina, ma non si possono non spendere parole d’elogio anche per l’inossidabile Ruggiero Pertile che a 40 anni suonati conquista uno straordinario settimo posto. Daniele Meucci si inserisci così di diritto tra i grandi della nostra maratona pronto a emulare le imprese olimpiche di Gelindo Bordin e Stefano Baldini. Ha già fatto un’impresa ma a 29 anni il meglio forse deve ancora venire.

Daniele Meucci , splendido oro nella maratona degli Europei di Zurigo

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