[oblo_image id=”1″]Il 21enne Luc Bernard si è già guadagnato una discreta notorietà presso il pubblico grazie a “Eternity’s Child” uscito per la consolle WiiWare. Il suo nuovo gioco d’avventura: “L’immaginazione è l’unica fuga” ha suscitato lo scalpore dovuto alla trama, quanto mai delicata.

Il gioco è ambientato in Francia durante l’occupazione nazista e racconta la storia di un ragazzo ebreo, sopraffatto dall’orrore della seconda guerra mondiale. Per sfuggirne, il bambino crea un mondo fantastico, completamente diverso da quello reale. Per definire al meglio la sua nuova creazione Bernard ha detto: Vedetelo come uno Schindler’s List che incontra Alice nel Paese delle Meraviglie.

Ed infatti, le intenzioni dell’autore sono molto nobili e si articolano su due piani. Principalmente il gioco dovrebbe educare insegnando la storia e il rispetto della vita. In secondo luogo Bernard vorrebbe convincere il pubblico dell’importanza dei videogame che, quando trattano temi importanti, hanno il valore artistico pari a quello dei film. Nel suo blog lo sviluppatore ha scritto, che il ricavato della vendita del gioco sarà destinato all’aiuto alle vittime di Darfur. Possiamo parlare, quindi, anche di un fine benefico.

Le immagini del videogame sono cupe e angoscianti, mentre i contenuti a dir poco sono sconvolgenti. Durante il gioco vengono forniti i dati sulle atrocità commesse dai nazisti. Si tratta di numeri che definiscono la quantità di bambini uccisi, maltrattati, sottoposti alla “sperimentazione” medica, presentati in modo laconico, quasi brusco. La maniera di mostrare i fatti riflette l’anormalità dell’accaduto, incomprensibile per le persone normali.

Negli ultimi giorni nella stampa mondiale ed in internet si è parlato tanto delle riserve che avrebbe l’azienda “Alten8”, produttrice del videogioco, riguardo al titolo ideato da Bernard. Nonostante “Alten8” abbia smentito la notizia, essa è stata spunto per un’altra discussione, quella sulla legittimità di affrontare il tema dell’Olocausto in un videogame. Da una parte si parla di banalizzare un tema di estrema importanza e delicatezza. D’altronde il gioco viene considerato come un modo alternativodi trasmettere ai giovani, stufi dei vecchi libri, la verità sulla storia.

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