[oblo_image id=”2″]I vecchi sceneggiati le inchieste. Poi quei signori ironici, rassicuranti, eleganti educati: Mario Riva, con il musichiere;l’ironico educatissimo Corrado Mantoni tra programmi radio e varietà alla tv, dall’Amico del Giaguaro a Canzonissima con la brava  Raffaella Carrà.

La fine ironia del sempreverde Pippo Baudo; il disincanto del pioniere Mike Bongiorno con “lascia o raddoppia” e “rischiatutto”, accompagnato dalle sue frasi che porgevano la guancia al doppiosenso.

Diventavano spesso spalle di grandi comici e attori  del cinema e del teatro, regalando al pubblico, dei pezzi di intensa televisione, qualche volta anche rischiosi per le loro carriere.

Avevano battute spesso ficcanti, non volgari e presentavano, quei programmi attesi dai grandi, come un evento e che i bambini fortunati (come me) vedevano “strappandoli”ai genitori dietro la promessa di andare meglio a scuola.
Altri bambini andavano a letto dopo aver visto lo spettacolo della pubblicità, si chiamava Carosello era un contenitore pieno di scenette, cartoni animati, con grandi attori prestati alla reclame, che creavano rime poetiche adattate al prodotto.
Declamazioni teatrali, battute esilaranti o solamente simpatiche, con sketch brevi di uno o due minuti che nella mente permanevano anni (molti li ricordo ancora) senza dover interrompere in continuazione i programmi.

Ma Carosello stesso era atteso come un qualsiasi programma, brevi sequenze alcune piacevano alcune no ma erano quasi sempre un regalo al pubblico in cambio dell’attenzione.

Quelle musiche allegre, pulite, semplici di pane  burro e marmellata; che ti facevano andare a letto senza adrenalina se non quella causata dalle risate e i sorrisi che venivano elargiti a tutti gli italiani perchè allora c’era poco da scegliere..Rai1 o Rai2 (ma la seconda rete arrivò più tardi).

La freccia lampeggiante bianca che appariva nella parte bassa del video indicava l’inizio di un programma nell’altro canale  era di per se già un’emozione.
Le vecchie candid camera di Nanni Loy, i viaggi nell’italia del boom economico di Ugo Gregoretti, o i documentari di Mario Soldati sull’Italia della tavola; giù il capello…quella era una televisione che faceva pensare ridendo e ridendo si imparava a conoscere.
 Non erano volgari scherzi di “nonnismo” da caserma, non vuote scatole piene di vuoti format umani, che recitano una parte assegnata loro da una produzione povera di iniziativa e di idee. Era un’Italia vera, fatta di persone non costruite televisivamente

Non telecamere poste sul naso di personaggi che fanno finta di non accorgersi di essere ripresi come nell’isola…

Non le continue sparatorie, senza senso dove il sangue che sgorga è il vero motivo dello spettacolo.
Le serie con continue autopsie, le soap-opera senza senso e spesso tutte uguali, i balletti erotici, i massaggiatori che mentre esercitano su un corpo seminudo vengono intervistati da uno pseudo presentatore, che parla di culinaria ( in queste trasmissioni la parola tradisce il doppiosenso).

Anche i grandi cantanti, stranieri e italiani, si prestavano a delle gag, con i presentatori e i comici mischiati in un insieme che forse adesso verrebbe descritto come poco professionale ma era certamente molto più umano…quindi molto più ricco, lontano degli automi che spesso ritrovo alla Tv.

Erano presenze discrete, non stavano dalla mattina alla sera ogni giorno a dimostrare di essere i numeri 1, assillandoci per mesi da ogni canale come fanno adesso.

Ora c’è il digitale, funziona a sprazzi scompare ritorna… così come sul canale  RaiEdu2/Rewind, ritornano vecchi filmati, sceneggiati e documentari sull’Italia degli anni 50/60/70. l’Italia in bianco e nero, molto più colorata di questa Italia a colori.

Se la letteratura, il teatro hanno preso a piene mani, insegnamenti esempi e storie dei greci e dei latini rielaborandole e rapportandole al mondo di ogni periodo, secondo schemi di tempo noti già allora; forse anche la televisione dovrebbe riprendere alcune delle storie e abitudini e limiti (leggi educazione) della prima TV .

Questo servirebbe a milioni di ragazzi che stanno solo disimparando, a capire quel che occorre a far migliore la vita e far crescere una società!
Chi conosce potrà sempre più approfondire ma chi non sa cercare, dovrà essere aiutato a non rinchiudersi in… un isola dell’ignoranza.
Chissà, forse solo internet potrà salvarci.

Un grande vecchio, Vittorio Foa, che ha mantenuto la lucidità fino all’ultimo periodo della sua lunga vita; costituzionalista padre della patria, antifascista con anni di prigionia…un uomo coerente che ha vissuto intensamente le sue passioni senza essere arrogante; in una sua intervista diceva con le sue espressioni, lucide e forbite, che in questa società, manca la volontà di volersi servire degli esempi, quale pietra miliare che funga da base per potersi migliorare.
Ecco cos’è il progresso, partire da un punto, ricordandosi da cosa si è partiti non per evitare di sbagliare strada ma almeno per capire la direzione da prendere; anche in tv!

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