[oblo_image id=”2″]L’attrice Iaia Forte, affascinata dalla capacità di Giovanni Testori nel creare personaggi femminili così virili, potenti, importanti, cosa rarissima nella drammaturgia italiana, affronta, nella doppia veste di regista ed interprete, il monologo Erodiade, che sarà in scena martedì 16 dicembre 2008 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 21), al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli.

Prodotto dal Teatro Stabile Delle Marche, in collaborazione con Sensi Piceni/Provincia di Ascoli Piceno e AMAT, la messinscena si avvale delle scenografie ed i costumi di Stefania Cempini, dell’allestimento e le luci di Mauro Marasà e dell’aiuto regia di Tommaso Ragno e Clara Gebbia.

Artista sensibile e profonda, la Forte fa sua la “lingua poetica e carnale” di Giovanni Testori, sul cui testo è basato il dramma di Erodiade, dando corpo, anima e voce ad un personaggio controverso, ‘spaccato a metà’, come quello di Erodiade, madre di Salomè e complice del martirio di Giovanni Battista.

A colpire Giovanni Testori nella vicenda dell’uccisione di Giovanni Battista, è soprattutto la figura di Erodiade, capace di spingere la figlia Salomé tra le braccia di Erode e a chiederle la testa di Giovanni, reo di aver rifiutato il suo amore.

Completamente identificata nella sua passione impossibile, Erodiade sfida il Dio carnale di Giovanni e cerca la morte in scena.

Un personaggio inizialmente pensato per Valentina Cortese, ma interpretato negli anni ottanta da Adriana Innocenti, a cui Testori dedicò il dramma, rielaborato più volte dalla sua prima stesura del 1969.

Il suo universo – dichiara la Forte sulla drammaturgia di Testori – è qualcosa di molto materico, fatto di odori e colori. Non è solo letteratura o teatro, è piuttosto ciò che scatena sensorialmente. Poi la lingua, per la sua invenzione e la sua carnalità. La capacità, nello specifico teatrale, di creare personaggi femminili unici, possenti e di grande intensità. E poi l’ossessione di cui vive il suo teatro, che è un elemento che amo molto in tutte le forme artistiche”.

[oblo_image id=”1″]Testori definisce Erodiade un personaggio a metà fra il Dio astratto e quello incarnato, capace di rappresentare la nostra perplessità ad accettare l’incarnazione di Cristo. Questo testo spacca la convenzione teatrale, in cui il pubblico – secondo l’autore – deve essere chiamato direttamente in causa.

Sola sulla scena vuota, Erodiade si rivolge alla testa di san Giovanni e all’autore, rivelando, così le vere motivazioni della decapitazione del Battista.
L’Erodiade di Testori è un testo che vive nell’incessante ed inconciliabile dialettica, tra una vita che cerca il suo senso ed un teatro che non riesce a procurarglielo.

E’ una lunga, sofferta e vana mediazione sull’impossibilità della scrittura, guardata e sezionata mentre si va creando, svolgendo e poi spegnendo, colpita a morte dalla “parola” stessa, che non vuole, non può, assistere alla propria dolente sconfitta.

Erodiade, di Giovanni Testori
Napoli, Nuovo Teatro Nuovo – dal 16 al 21 dicembre 2008
Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@nuovoteatronuovo.it
Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (feriali) ore 18.00 (domenica)

www.nuovoteatronuovo.it

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