Enzo Iacchetti ospite a Che tempo che fa

Iacchetti
Iacchetti

 

Chiamatelo pure tributo, ma Iacchetti preferisce definirlo uno scempio, omettendo con modestia quel “geniale” che  Mario Luzzato Fegiz gli fa precedere nella sua recinzione sulle pagine del Corriere della Sera: “Con la triestina Witz Orchestra ed il maestro Marcello Franzoso, Iacchetti compie la rifondazione del repertorio di Gaber. I brani sono riscritti e farciti da inserti musicali di varie provenienze, da Jovanotti a Zucchero. Le canzoni del Sig. G diventano un esilarante Helzapoppin, Barbera e Champagne, Porta Romana, Il Riccardo, La Torpedo Blu, insomma tutta la prima produzione di Gaber, rivista e – con perizia – arrangiata. Un geniale scempio.”

 Enzo Iacchetti, assieme alla Witz Orchestra composta da Tony Soranno (chitarra, vocalist), Loretta Califra (voce soprano) e Fabio Soranno (vocalist e piccole percussioni), racconta Gaber nei teatri o meglio – come lui stesso dice –  sarà come se il suo amico Giorgio Gaber ci cantasse Iacchetti.

Nello spettacolo Enzo recita, tra un brano e l’altro, monologhi originali scritti insieme al suo autore Giorgio Centamore, che parlano ancora oggi dell’Italia medioevale, in attesa di un nuovo Rinascimento, il tutto nello stile vero del Teatro Canzone. Omaggio anche al grande Enzo Jannacci con ” Una fetta di limone” resa famosa e celebre dal duo JA-GA brothers. Uno show gioioso che ricorda un Gaber allegro, all’apparenza meno impegnato, ma nello stesso tempo cinico ed attuale anche nelle sue canzoni da TV in bianco e nero.

Ed proprio in bianco e nero che i giovani vedono solitamente Gaber in TV, magari di notte, magari duettare con Mina; sfindandoli a trovare le “contaminazioni” con i pezzi dei cantanti a loro più familiari, Iacchetti confida di attirarli alle serate, per farli divertire e magari innamorare della figura e dell’opera dell’artista, a far loro realizzare “come è bello quanto parla Gaber” (Enzo Jannacci “Se me lo dicevi prima, 1989)

Gaber era un amico e un maestro dal quale il bravo Enzo ha imparato senza mai tentare di copiare, perché l’avanguardia non si copia.  Se non avesse trovato quell’originalità che lo distinguesse da tutti gli altri tributi che sono stati fatti finora a Gaber, non ne avrebbe mai fatto uno.

E quell’originalità, come le più belle cose, Iacchetti l’ha trovata per caso, in un’osteria qualche anno fa, per la precisione nel 2010, quando “per ridere” si mise a cantare una canzone di Gaber, assieme all’inseparabile Witz Orchestra, giocando per vedere quali altre canzoni potessero “starci dentro”.

Immaginiamo quell’atmosfera da vecchia osteria che è in grado di ripercuotersi in tutte le sfere dell’esistenza…chissà non abbia riportato a Iacchetti qualche intonazione dal “Derby Club” degli anni ’60 e ’70, alla follia che nasceva da un’arte inzuppata di quella Milano, dalla passione per la musica, la vita, la buona compagnia e dalla grande amicizia con i Maestri Jannacci e Gaber. Maestri suoi e nostri.

Iacchetti e il “geniale scempio” di Gaber

Torpedo Blu – Iacchetti canta Gaber http://www.youtube.com/watch?v=3RmTfhOjSiA

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