[oblo_image id=”5″]È passato ormai un secolo da quando Filippo Tommaso Marinetti, sulle pagine del quotidiano francese Le Figaro, pubblicò il celebre Manifesto del Futurismo che dette vita al rivoluzionario ed omonimo movimento artistico e letterario. Lo scopo principale di quest’ultimo era quello di esaltare la modernità in tutti i suoi aspetti: velocità, energia, scoperte scientifiche, innovazioni nel costume, ecc…

Per quanto riguarda la pittura, i primi artisti italiani a far proprie tali concezioni furono Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Luigi Russolo. Già alcuni cubisti come Picasso e Braque, comunque, introdussero simili sperimentazioni per trovare diverse forme espressive. Le opere, naturalmente, destarono subito scandalo e scalpore, poiché niente di simile era stato visto prima di allora. Nonostante le critiche e le diffidenze iniziali, l’eco si diffuse in tutta Europa fino a raggiungere la Russia. L’ottimo riscontro dell’ideologia nelle varie nazioni fu in primo luogo il risultato dell’indiscussa abilità comunicativa di Marinetti, che riuscì a divulgare il manifesto attraverso numerosi giornali stranieri.

[oblo_image id=”1″]Per rendere omaggio al centenario della corrente, alle Scuderie del Quirinale di Roma è in corso una mostra di quadri e sculture firmate da queste eclettiche personalità. Le opere coprono un periodo che va dai primi anni del Novecento allo scoppio della prima guerra mondiale. Esse, in generale, sono accomunate da una esasperazione di linee, scorci diagonali, angolature compresse e improvvise accensioni cromatiche.

In Idolo moderno (1910-1911) di Umberto Boccioni, ad esempio, è rappresentato un volto di donna quasi trasfigurato dall’attraversamento di raggi accecanti. In Officine a Porta Romana (1909), invece, lo stesso ha voluto immortalare l’allargamento di una città metropolitana e il sorgere di industrie all’avanguardia: la tecnica utilizzata in questo caso, però, ricorda più quella del divisionismo. Delaunay rende addirittura in un suo lavoro la Torre Eiffel (1911) e l’architettura moderna le protagoniste assolute dell’intera rappresentazione, rivisitandole però in chiave semicubista su piani slittati in direzione ascensionale.

[oblo_image id=”3″]Di tutt’altro genere è Ricordi di viaggio (1910-11) di Gino Severini: l’assemblaggio mnemonico di monumenti e simboli di luoghi, oltre che di originali figure, rende l’insieme brioso e colorato. Il medesimo discorso vale per Il boulevard (1911) dove il pittore, con una specie di composizione a scacchi, restituisce l’atmosfera vibrante che spesso aleggia nei posti pubblici e trafficati.

[oblo_image id=”4″]D’altra parte, alcune tele riescono addirittura a trasmettere il senso del movimento: una di queste è Ciò che mi ha detto il tram (1911) di Carlo Carrà. Qui una baraonda di persone e oggetti si frantuma e si scontra nella miriade di linee ricomponendosi in un alone martellante e frenetico, congelato dai toni bruni e quasi monocromatici. Nemmeno i fattori del tempo e del ritmo vengono tralasciati dai futuristi: La Risata di Boccioni, tra gli altri, si ripercuote per tutti i piani dell’immagine, ricalcando l’idea filosofica bergsoniana di una temporalità mutevole e fluida, significante il confondersi di durata e memoria. La mastodontica Danza del pan pan al Monico (1909-1911) di Severini riporta al contrario, seppur in maniera irrealistica, l’ambiente di una sala da ballo parigina, consistente in una ridda turbinosa di colori sincopati e scomposti dalla luce.

[oblo_image id=”2″]Particolare, inoltre, è la sequenza temporale proposta da Giacomo Balla in Bambina che corre sul balcone (1912), dove il movimento ancora non cancella il soggetto e viene analizzato in una successione di fotogrammi sovrapposti e leggermente sfalsati. In La rivolta (1911) di Russolo, infine, un moto unico e compatto di piccoli uomini avanza dal lato destro del quadro, sintetizzando il concetto di una marcia inarrestabile verso il futuro.

Per ulteriori approfondimenti, si rimanda al catalogo dell’esposizione edito da 5 Continents.

Titolo: Futurismo. Avanguardiavanguardie
Sede: Scuderie del Quirinale, Via XXIV Maggio 16, 00187 Roma
Periodo: dal 20 Febbraio al 24 Maggio 2009
Biglietto: intero 10 euro, ridotto 7,50 euro
Orario: da domenica a giovedì dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30
Telefono evento: 0639967500
Sito Internet: www.scuderiequirinale.it

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