Estate, tempo di vacanze, escursioni, gite, viaggi. In ogni circostanza desideriamo scattare qualche immagine da portare nel cuore. Fotografare è ricordare.

Chissà quante volte, viaggiando, abbiamo premuto il pulsante di scatto per trattenere nelle nostre fotografie le sensazioni tipiche di tutto quello che abbiamo visto, esplorato, vissuto. Per me sono state veramente tante, non le saprei contare. Di certo qualche decina di migliaia. Nel mio archivio ci sono, oltre alle immagini digitali, anche cartelle di negativi, stampe in bianco e nero, stampe a colori e tante, tante diapositive. Soprattutto queste ultime, per me rappresentano un fetta di vita, una vera passione. Sono lo specchio di tutta una parte emotiva vissuta attraverso la fotografia. La visione delle immagini in trasparenza, sin da bambino, è sempre stata una meraviglia. La percezione dei contenuti ripresi ha una presenza tridimensionale e conserva un grande tesoro: ogni volta che riprendo in mano uno di quei telaietti mi torna alla mente l’ispirazione che ne ha suggerito la ripresa. Inoltre ricordo anche le ore trascorse a ritagliare ogni fotogramma, pulire i vetrini e sistemare le sequenze. Il fine era poi di condividere allegre serate di proiezione, in compagnia di amici e familiari. L’effetto delle stampe o dell’attuale visione sul monitor è analogo, tuttavia ho mantenuto una predilezione per le immagini in proiezione.

In ogni caso, l’osservazione di una fotografia è capace di estrarre dalla memoria le sensazioni legate a quella frazione di secondo in cui si sono fissati quelli che mi piace chiamare “Paesaggi del Cuore”. C’è un luogo dentro ognuno di noi dov’è memorizzato ogni singolo attimo vissuto, corredato da emozioni, sensazioni, ricordi. Personalmente, conservo anche – in alcuni casi con estrema precisione – suoni, rumori, voci, sapori ed altri particolari capaci di riportare in vita per un attimo le atmosfere di quel tempo. Un prato fiorito agitato dal vento, le onde dell’acqua, il fragore di una cascata, le luci di un tramonto, le forme di una nuvola, e torno a rivivere i momenti in cui l’immagine è stata fissata. È l’attimo in cui l’essere umano diviene strumento della propria memoria, integrandosi con la macchina fotografica, il mezzo che permette di completare il flusso.

Concediamo dunque alla luce di questa estate di essere un’opportunità, per esercitarci a considerare la fotografia come un prezioso supporto. Riusciremo così a concentrare il nostro pensiero sui significati, costruendo il bagaglio emotivo del nostro futuro. Perché fotografare è ricordare.