Brucia di stelle il cielo di luglio in quest’isola immensa che suda d’estate , siamo tre laureati senza macchia e senza paura e senza amore e senza fede e la Sardegna è il nostro Messico.

Inizia così “Sardinia Blues”,il libro di Flavio Soriga , nato a Uta 32 anni fa e trapiantato a Roma , che racconta l’estate di tre giovani laureati e annoiati che trascorrono le loro calde serate tra piccoli furti e discoteche , alla ricerca di un po’ di sollievo a questa vita che poco ha a che fare con i loro sogni.

C’è Licheri , con un passato da eroinomane ; Corda , ex coiffeur nella caotica Londra, scampato per un soffio a morte certa per mano di una imbestialita rockstar lesbica che si ritrova nel suo letto lui e la di lei compagna ; e poi c’è Pani, Davide Pani , l’io narrante di questo viaggio alla ricerca di qualcosa di diverso, di un gioco che forse ad un certo punto diventerà troppo pericoloso.Le ballerine ruotano intorno ai nostri giovani pirati , lasciandoli spiazzati e scontenti , e i mojito , le sigarette , l’afa tipica della Sardegna che ti inzuppa i vestiti  , quella Sardegna che non è Costa Smeralda Billionaire modelle e calciatori,fanno da scenario a questo accattivante racconto, una Sardegna vista con gli occhi di un sardo che ama e odia la sua piccola grande isola , ne assapora il gusto agre e forte , che sa di mirto di sole e di mare.

La storia scorre , il libro si beve letteralmente , il finale è spiazzante e la mancanza dei punti a capo lo rende ancora più fascinoso , come se lo scrittore chiedesse al lettore di leggerlo tutto d’un fiato , proprio come si beve un bicchiere d’acqua fresca in una afosa notte estiva.

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