[oblo_image id=”1″]La vicenda di Fausto e Iaio va in scena, fino al 14 aprile, al teatro Elfo Puccini, in Viva l’Italia, pièce per la regia di César Brie, e tratta dal testo di Roberto Scarpetti.

Parliamo della trasposizione teatrale di uno dei fatti di cronaca più tristi e raccapriccianti della storia italiana, ovvero delle morti di due giovanissimi leoncavallini Fuasto e Iaio, all’anagrafe Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci.

Era il 1978, due giorni dopo il rapimento di Aldo Moro, nel pieno degli anni di piombo, a Milano due ragazzi vengono attirati in via Mancinelli, al quartiere Casoretto, nei pressi del centro sociale Leoncavallo, e uccisi con otto colpi di pistola.

La vicenda creo’ lo sdegno e la protesta generali, ai funerali dei ragazzi parteciparono 100 mila persone e le manifestazioni furono numerose. Si tratto’ di un omicidio politico, ma purtroppo rimasto impunito.

[oblo_image id=”2″]Grazie all’impegno e al coraggio della “Associazione della mamme antifasciste” l’inchiesta rimase aperta per 22 anni, ma fu definitivamente archiviata nel 2000, in quanto, nonostante i tanti indizi, mancavano prove schiaccianti per condannare i tre principali sospettati, fascisti, e esponenti della banda della Magliana: Bracci, Carminati e Corsi.

Lo spettacolo ripercorre la vicenda senza cadere nella retorica ed emozionando. Sulla scena le vittime e i carnefici, il dolore inconsolabile e che intenerisce di una madre che perde un figlio giovane e idealista, un ragazzo come tanti, uno di noi, per mano di fanatismi che non dovrebbero trovare respiro in una società civile.

Viva l’Italia denuncia ma senza creare eroi, denuncia la malattia di una società che nasconde la sua inettitudine dietro la leggerezza e la demagogia. Resta lo spreco della vita di due ragazzi, il dolore delle famiglie; rimangono ideali estremizzati e tanta, troppa leggerezza.

[oblo_image id=”3″]Spiega Scarpetti: “Ho scritto Viva l’Italia immedesimandomi in Fausto e Iaio, quasi senza accorgermi che pagina dopo pagina, più che loro due diventavo i loro genitori, parenti, amici”. Continua l’autore: “Ho provato la disperazione di Angela lo sdegno di Mauro, lo smarrimento di Salvo, come se questi personaggi uscissero dalla finzione e diventassero persone reali, seppur distanti dalla vera Angela, dal vero Mauro, come se non li avessi scritti io”.

Efficace e toccante la regia di Brie, che evoca l’emozione attraverso gli stati d’animo dei personaggi e non semplicemente facendo la cronaca o l’illustrazione. Sul palco Andrea Battaglio, Federico Manfredi, Massimiliano Donato, Alice Redini, Umberto Terruso.

Per informazioni www.elfo.org