[oblo_image id=”1″]E’ alla Juve solo da pochi mesi, anche se dal momento della presentazione sembra già passata una vita. Tiago Mendes è stato e forse rimane un oggetto misterioso. Costato 14 milioni – che non sono bruscolini – con un passato nel Chelsea e nel Lione , che non sono le ultime arrivate, doveva essere il faro del centrocampo. Peccato che per illuminare il gioco la prima imprescindibile condizione sia quella di scendere in campo.

Invece lui si è seduto regolarmente in panchina. La sua esclusione è stata giustificata prima con un ritardo di forma, poi con un equivoco tattico, infine con la mancanza di personalità. Si è ripetuto allo sfinimento che il suo inserimento era imminente e che la società puntava ad occhi chiusi su di lui. Intanto le domeniche passavano e regolarmente il portoghese dalla faccia triste, sempre più imbacuccato nel suo giaccone, rimaneva con il solito broncio a guardare i compagni. A peggiorare le cose, se così si può dire, è giunto il sorprendente inizio di stagione dei bianconeri. Anche il centrocampo ha rapidamente trovato la sua identità con Cristiano Zanetti rifiorito e il giovane Nocerino già maturo per la serie A. Visto che nel calcio il motto “squadra che vince non si cambia” è sempre valido, Ranieri ha insistito sulla coppia tutta italiana. Quando poi il lusitano è stato chiamato in causa nella partita di Coppa Italia si è ritrovato sovrastato dalla freschezza atletica del centrocampo dell’Empoli. Puntuale è arrivata anche la bacchettata dell’allenatore, deluso dalla mancanza di nerbo di chi come lui gioca poco in campionato.

Ma il tempo alla fine è galantuomo e una seconda occasione la concede a tutti. Così all’Olimpico contro la Lazio, Nedved si procura un taglio alla fronte ed è costretto a chiedere il cambio. La sostituzione più logica prevederebbe l’inserimento di Palladino, ma Ranieri sorprende tutti gettando nella mischia proprio il portoghese. Entra e subito il volto mostra che qualcosa è cambiato. Non ha più quell’espressione da cane bastonato che lo aveva accompagnato per parecchie settimane. Al resto ci pensa la tecnica sopraffina. Così anche senza incantare, il lusitano finalmente dà un senso alla sua stagione contribuendo al successo esterno dei bianconeri. Il titolo di protagonista della serata spetta di diritto a Del Piero, ma nelle interviste del dopo gara i compagni si affrettano a rimarcare la prestazione di Tiago. Da Trezeguet a Buffon tutti sottolineano con forza come il portoghese possa diventare un giocatore fondamentale per la Juve.

L’appellativo di “faro del centrocampo” non lo usa più nessuno, non fosse altro che per scaramanzia dopo i proclami estivi. Probabilmente Tiago tornerà semplicemente ad essere se stesso: un mediano non velocissimo ma con grande proprietà di palleggio ed ottima visione di gioco. Basta e avanza per essere il miglior regalo sotto l’albero della Vecchia Signora. Appena in tempo prima di intervenire sul mercato, i dirigenti bianconeri si sono accorti di avere in casa quello che stavano cercando.