balthusPer ricordare il celebre artista a quindici anni dalla morte, è stata allestita un’ampia esposizione sulle opere di Balthus (all’anagrafe Balthasar Klossowski de Rola), suddivisa addirittura in due location differenti: le Scuderie del Quirinale e l’Accademia di Francia Villa Medici a Roma.

Circa 200 pezzi tra quadri, disegni e fotografie, prestati per l’occasione da vari musei europei e americani oppure da collezionisti privati, attraverso i quali è possibile ripercorrere la carriera e l’evoluzione artistica del maestro, influenzato fin dall’infanzia da diverse culture e tradizioni. Sebbene fosse nato a Parigi, infatti, la madre era una pittrice russa che frequentava spesso i salotti culturali dell’epoca, mentre il padre era un famoso critico d’arte polacco. Balthus, pertanto, evidentemente ereditò il senso creativo e la passione per il disegno dai genitori, ma altrettanto importanti per la sua formazione si rivelarono i viaggi che intraprese nel corso della sua vita, e soprattutto quello a Roma. E proprio sul soggiorno romano che si concentra la parte della mostra ospitata a Villa Medici, mentre quella alle Scuderie del Quirinale vuole mettere in evidenza i capolavori maggiori che hanno portato Balthus al successo.

Ancora giovane, durante il suo primo viaggio in Italia egli rimase impressionato soprattutto dai maestri del Rinascimento toscano (in particolare Piero della Francesca), da cui trasse l’insegnamento nel concepire le composizioni seguendo un determinato pensiero figurativo.

Lo stile di Balthus, almeno per certi aspetti, può essere catalogato all’interno delle correnti italiane del Realismo magico e della Metafisica, oppure della Nuova Oggettività tedesca, nella quale si ritrova sempre la staticità enigmatica che caratterizza le figure rappresentate dal pittore.

Balthus stesso, del resto, è stato direttore dell’Accademia di Francia di Villa Medici per sedici anni a partire dal 1961, approfondendo in questo periodo la pratica sia del disegno che della pittura, seguendo dal vivo il grande progetto del restauro del palazzo e dei giardini interni dell’antica struttura.

Fra i quadri che rimaranno di sicuro nella memoria dei visitatori delle Scuderie del Quirinale, vi è La Rue (1933), considerato da Balthus il proprio manifesto estetico. Si tratta di una scena ambientata per una via di Parigi, e ravvivata da alcuni bambini che giocano con i lavoratori, dove l’attenzione sulla messa in prospettiva dello spazio è già molto accurata.

Diversi dipinti, poi, sono accomunati dal fatto che raffigurano un gatto all’interno delle varie composizioni: uno di questi è intitolato Le chambre (1952-54), dove una donna nuda distesa su un divano è illuminata dalla luce proveniente da una finestra, mentre un felino situato sopra un tavolo è come se stesse lì a osservare tutto l’insieme. Nella maggior parte dei casi il gatto rappresenta il pittore stesso, che amava definirsi il “re dei gatti” proprio per la sua passione nel disegnarli.

Per visitare le mostre alle Scuderie del Quirinale e a Villa Medici c’è tempo fino al 31 gennaio: per gli orari e il costo dei relativi biglietti si rimanda ai siti Internet ufficiali www.scuderiedelquirinale.it e www.villamedici.it.

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