[oblo_image id=”1″] Lei alle Olimpiadi ci sarà. E a differenza del suo connazionale Pistorius non dovrà attendere l’approvazione di alcuna commissione speciale. Dopo aver fallito la qualificazione per i Giochi di Sidney e di Atlanta, Natalie du Toit ha conquistato l’accesso per Pechino grazie al quarto posto ottenuto nei 10 km ai mondiali di fondo di nuoto. Un risultato straordinario, ma non sorprendente per la diretta interessata che nel 2001 ha subito l’amputazione della gamba destra in seguito ad un terribile scontro stradale in cui il suo scooter venne centrato da un’automobile.

Natalie considera  il nuoto terapeutico. Soprattutto da quando ha incrociato per la prima volta lo sguardo di compagni e amici dopo l’incidente scorgendo un velo di compassione per la sua nuova condizione di disabile. Doveva essere il capolinea della sua carriera, è stato il momento della rinascita. Per riprendersi la sua vita, la campionessa sudafricana ha promesso a se stessa di tornare più forte di prima. Bracciata dopo bracciata, chilomentro dopo chilometro, giorno dopo giorno. Usa la protesi per camminare, la toglie prima di entrare in acqua. Senza chiedersi cosa succederebbe se potesse confrontarsi con le altre a pari condizioni. Perchè se ti fai quella domanda, ha perso prima di cominciare. E invece a distanza di 12 mesi dal dramma, Natalie aveva già centrato la finale per normodotati ai Giochi del Commonwealth. Ottava, ultima, ma con la convinzione che il peggio fosse alle spalle. Ora ha cambiato distanza, specializzandosi sui 10 km i fondo. Nelle acque del Guadalquivir sullo sfondo incantato della più bella città della Spagna dove si fusero cultura araba e romana, ha costruito il suo capolavoro. Le bastava un piazzamento tra le prime dieci per staccare il biglietto di qualificazione per Pechino: è giunta quarta. In un altro contesto sarebbe una medaglia di legno da maledire per aver solo sfiorato il podio, ora rappresenta il coronamento per anni sacrifici in silenzio.

Aveva promesso di tornare più forte di prima. Ha mantenuto la parola. Anche se qualche cervellotica commissione renderà le prossime Olimpiadi orfane di Oscar Pistorius, ci sarà qualcun altro a mostrare come nessuna sfida è persa in partenza. Da questo momento la seguiremo con il rispetto che si dà ad ogni atleta ma senza alcuna morbosità. Natalie Du Toit non vuole trattamenti di favore. Non ha bisogno di regali, quello che vuole sa conquistarselo da sola.

Advertisement