[oblo_image id=”1″] Nell’edizione dei record del Salone Internazionale del Libro di Torino, sicuramente uno dei momenti  piu’ belli e piu’ intensi per emozione, entusiasmo e commozione di questa fortunatissima stagione 2012, e’ stato l’incontro con ADP10 (chiamandolo come si usa chiamare i fuoriclasse storici, vedi per esempio CR7 Cristiano Ronaldo). Stiamo parlando naturalmente del grande ed immenso Alessandro Del Piero, campione oltre che nello sport anche nella semplicita’ e nella praticita’ nel comporre un libro-autobiografia finale, normale ma nello stesso tempo straordinario: “Giochiamo Ancora” .

 “Ieri (domenica 13 maggio) è stata una giornata incredibilmente bella, storica, intensa e triste”. Sono parole di Alessandro Del Piero, dette alla presentazione del suo libro: “Questa notte ho dormito poco e bene – ha aggiunto – l’emozione di ieri devo ancora metabolizzarla, è stata un momento magnifico per certi aspetti, anzi quasi tutti. Da domani riprendiamo gli allenamenti perchè ci teniamo tutti moltissimo”. È uno scudetto “particolare, molto particolare”. La definizione è di Alessandro Del Piero. “Ieri – ha detto il capitano della Juventus al Salone del Libro di Torino – festeggiavamo uno scudetto particolare, molto particolare, per quello che è avvenuto quest’anno e negli anni precedenti. Io gioco per vincere, riuscire a segnare e a vincere è stato il massimo per me. Il calcio è sport meraviglioso, la risposta che hai dalla gente lo rende ancora più speciale”, ha aggiunto il n° 10 emozionandosi quasi di fronte ad una numerosissima e rumorosissima platea di spettatori entusiasti e nello stesso commossi di fronte al suo cospetto, tributandogli ogni onore possibile ed un grande abbraccio a tratti passionale.

Ma chi e’ questo grande campione che dalle pagine iniziali e fino a quelle finali appare come un campione di semplicita’ e di modestia?  Puo’ spaziare dall’affermazione … “A scuola andavo in bicicletta”  fino a voler prendere una posizione chiara del tipo … “Dedicato ai miei figli”  quasi a voler rispondere quando gli viene chiesto cosa pensasse di uno striscione apparso domenica durante ai festeggiamenti da un giovane tifoso – ALEX PARLERO’ DI TE AI MIEI FIGLI – e spiegando che forse e’ la strada giusta sul percorso ideale che oggigiorno ogni piccolo campione, crescendo, dovrebbe prendere in esempio ed attuare per poter seguire il suo cammino ideale.

Quasi commovente nel sentire che, nei suoi racconti di infanzia, si denota la semplicita’ che vive in tutti noi …”Quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande dicevo l’elettricista come mio papa’ perche’ non credevo che fare il calciatore fosse un mestiere!”… e ancora … “Papa’ con due lampadine illumino’ il prato anche di sera e quello fu il nostro stadio ::: a poco a poco da sette restavamo in cinque dopo averci salutato dicendo –vado, la mamma mi chiama- e poi quattro, tre e quando eravamo rimasti in due sentivamo le rane gracchiare nello stagno vicino” … Afferriamo anche il senso delle sue parole quando si sofferma nel dire che il passaggio dalla sua campagna di San Vendemiano alla citta’, prima Padova e poi Torino, crea in lui numerosi cambiamenti ::: “A Padova come a Torino non si sentiva il clima di campagna anche se a Torino ho trovato molto verde…”  e poi come di slancio si rituffa in un simbolico BACK TO THE FUTURE  ammettendo commosso … “Stanotte abbiamo festeggiato fino a tardi e ho dormito poco e bene”.  Eccolo quindi il nostro numero dieci, che per voce di Maurizio Crosetti, popolare firma del giornalismo sportivo e suo co-autore nell’esecuzione della sua biografia, esce allo scoperto con alcune doti meritevoli di essere citate: “Nelle cinque volte in cui ci siamo visti per collaborare alla realizzazione del volume, Alessandro si e’ confermato tale per la sua puntualita’ tanto da mandare un sms se tardava di dieci minuti, ho sempre ottenuto il meglio dalle sue parole e quando gli chiesi provocatoriamente – mettiamoci una punta di male per rendere il volume ancora piu’ stuzzichevole alla critica – non venni corrisposto da lui, ma si potrebbe mai scrivere tali cose quando ti senti dire delle affermazioni del tipo – La domenica quando papa’ mi dava 1000 lire per giocare con i videogiochi ero felice – e con questo ho detto veramente tutto!”

Tornando ad Ale, cercando di riassumere quasi brevemente (ma sara’ decisamente impossibile) le tappe fondamentali della sua infinita carriera, si pensa a Perugia con la sfortunata ultima esibizione del campionato 2000 dove lui ricorda, in un match difficile in cui la Juventus perdette sia sul campo e sia uno scudetto che in molti davano ormai per vinto, ricorda un momento intenso e bello creato dal suo collega Pessotto quando a dieci minuti dalla fine e col chiaro intento di recuperare una partita ormai compromessa e con uno scudetto in palio sempre piu’ lontano, mise la palla fuori per soccorre un avversario infortunato: in quanti oggi rifarebbero quel gesto nelle medesime condizioni?  Pero’ il ricordo fondamentale va a Udine e oltre ad uno scudetto nel 2002 bello quanto pazzesco ed impossibile fino a qualche mese prima, va sicuramente evidenziato il brutto incidente degli ultimi mesi del 1998 che oltre a compromettere la stagione mise pure a rischio la carriera di Alex. Per fortuna le motivazioni non tardarono ad arrivare anzi furono quasi automatiche, tanto che nell’estate 1999 alla ripresa ufficiale della sua attivita’, il nostro numero dieci si prese il lusso di trascinare e vincere il Trofeo Intertoto con la sua Juve!  Uno dei tanti ovviamente, e anche se il nostro capitano ha vinto tantissimo, questo piccolo e poco importante trofeo puo’ significare tanto.

Curioso anche il suo racconto su quella storica finale dei Campionati del Mondo del 2006 che tinsero di blu il cielo di Berlino e soprattutto su come e cosa avesse pensato prima di tirare il rigore decisivo nella famosissima lotteria dei rigori (cosi’ si chiama) al termine dei tempi regolamentari per assegnare il vincitore. La sfida con Francia arrivava quasi come una rivincita degli Europei 2000 sfortunatissimi per l’Italia, battuta in finale dai transalpini ai supplementari con un golden goal di Trezeguet dopo il pareggio a tempo scaduto da parte dei francesi. Tornando al 2006, dopo un’epica semifinale Italia – Germania, dove fra le altre cose lui segno’ (“finalmente anche la nostra generazione ha il suo Italia-Germania” scrissero i media), lui a Berlino era il quarto rigorista azzurro e nel momento in cui tiro’ il rigore, ebbe una visione quasi surreale di quello che da li a poco si sarebbe materializzato … “Mentre mi incamminavo dalla meta’ campo fino al dischetto del rigore, pensai -coraggio ale- ci sono solo due o tre miliardi di persone che ti stanno guardando!”… Poi il pallone entro’ in rete e la gioia esplose, con nostra grande soddisfazione, nostra di una Nazione intera!

Il mio ricordo personale di Del Piero? Il mio primo incontro con lui avvenne nel lontano 1992, in una fredda serata novembrina nelle tribune dello stadio San Siro durante uno scoppiettante Inter-Juventus terminato 2-2, in cui il nostro giovane eroe era ancora un ragazzino di belle speranze che maturava pian piano come il buon vino. Mi colpi’ molto la sua buona educazione perche’ nello stringerci la mano mi disse “buonasera”. Capii subito quasi ad intuito che era un ragazzo di buona famiglia molto educato e rispettoso e sicuramente oggi posso ancora ribadire questo concetto cosi’ come posso vantarmi di aver conosciuto un grande campione per semplicita’ e dolcezza.  Sarebbe inopportuno aggiungere ora qualsiasi altro commento poiche’ la carriera di Ale si commenta da sola e gli episodi qui citati sono solo una goccia in un mare di emozioni e in un crescendo di gioia provate ogni giorno in questi meravigliosi 19 anni trascorsi insieme. Chi come me, ama definirsi “gobbo non dalla nascita ma dal grembo materno” puo’ solo commuoversi  (ed in questo preciso momento io lo sto facendo) e ringraziare Alex Del Piero per tutti i grandi momenti di gioia regalatici. GRAZIE DI CUORE ALEX!

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