[oblo_image id=”1″] Lacommedia musicale italiana più famosa al mondo, scritta da Garinei e Giovannini nel 1974 con Iaia Fiastri, liberamenteispirata al romanzo di David Forrest Afterme the deluge con le musiche di ArmandoTrovajoli, viene riproposta dalla Compagnia dell’Alba in una versioneassolutamente fedele all’originale degli anni Settanta. Lo spettacolo – con laregia e le coreografie riprodotte da FabrizioAngelini, con Gabriele de Guglielmonella parte principale di Don Silvestro,la “voce di Lassù” di Sebastiano Nardone e un cast dibrillanti performer che cantano esclusivamente dal vivo (cori compresi) – faràrivivere l’indimenticabile avventura di DonSilvestro, di Clementina, del Sindaco Crispino, di Toto e di Consolazione. La proposta è stata accolta con entusiasmo dagliautori e dagli eredi e gli interpreti hanno superato un’apposita audizione allapresenza del Maestro Armando Trovajoli, poco prima della sua scomparsa. Nelcast, come special guest in alcunerepliche nel ruolo di Clementina, Arianna, che torna quindi al Teatrodella Luna a dieci anni dal grande successo personale ottenuto nel ruolo di Turchina in “Pinocchio il grandemusical” e sulla scia dei grandi consensi ottenuti nel ruolo di Bellein “La Bella e la Bestia”, dopo aver conquistato il mercato discograficointernazionale con “Sexy People” cantata con il rapper Pitbull e la partecipazione come ospite fissa al programma tv diCanale 5 “Io Canto”. Jacqueline Ferry (W Zorro, Cats, Lastrana coppia) e Brunella Platania(I Promessi Sposi opera moderna, Tosca amore disperato, Jesus Christ Superstar)ricopriranno rispettivamente i ruoli di Consolazione– donna di facili costumi che porterà un po’ di scompiglio in paese – e Ortensia, la petulante madre di Clementina nonché moglie del sindaco Crispino (interpretato da Tommaso Bernabeo). Fabrizio Angelini ci racconta così la sua esperienzanell’affrontare questo spettacolo: Unmonumento nazionale: ecco cos’è questo spettacolo. Il primo lavoro che ho vistoa teatro, nella sua edizione originale (avevo 11 anni), e che probabilmente miha fatto decidere quello che avrei fatto da grande… Che in qualche modo mi haaccompagnato nel corso della vita, e che ora il destino ha voluto mettere nellemie mani… Non c’è molto da dire: massima umiltà e rispetto, con il doverosotimore che si può avere nell’accostarsi ad un capolavoro del Teatro italiano.In un momento difficile come quello che stiamo vivendo, noi come teatrantimettiamo la nostra passione, l’entusiasmo e la professionalità al serviziodello spettacolo. Nessun migliore auspicio che le parole di Garinei &Giovannini in un’intervista del 9 maggio 1975 a Renzo Tian per “Il Messaggero”,al termine della prima trionfale stagione di repliche: «Forse lo spettacolo hatoccato le corde giuste al momento giusto. Parlava di un diluvio mentre eravamodentro un ciclone; mostrava un barlume di luce mentre eravamo nel buio di untunnel, e finiva su una nota di speranza e di solidarietà. Sono cose checontano, in tempi di egoismo e ostilità feroci. Una cosa è certa: la gente escedallo spettacolo contenta, sollevata. Sembra che ciascuno si porti via unafettina di gioia, di fiducia.