[oblo_image id=”2″]Snella, bruna, intensa, con due occhi che le brillano, ed un sorriso dolce, ma grintosa e tanto. Basterebbe solo questa sua affermazione per capire quanta ne abbia: Per recitare non bisogna essere né colti né intelligenti,devi solo recitare. Così si presenta Valeria Solarino. La incontriamo in occasione del secondoappuntamento organizzato dalla Casa del Cinema di Roma con i nuovi volti del cinema italiano. Il film scelto da Valeria è Valzer di Salvatore Maira; un film inedito per gli spettatori, perché non ha ancora trovato una distribuzione.

Anche questo è il cinema italiano, film belli che non riescono a trovare la strada del pubblico, neanche quando ad un festival importante, com’è quello di Venezia, viene accolto da molti applausi. Valeria Solarino l’ha scelto, forse proprio temendo che i più non possano mai vederlo ed apprezzarlo. Un film tecnicamente difficile, perché tutto realizzato con piani sequenza, per i non addetti ai lavori, vuol dire, tutto di un fiato… un ora e mezza ambientata in un albergo, tutti interni, tutti visi ed espressioni, e quelle che regala Valeria sono davvero intense. D’altronde con un viso così, si è già sulla buona strada, se poi si è anche bravi, come nel suo caso, tanto meglio. Un personaggio molto particolare il suo, anche molto diverso dagli altri interpretati finora. La prima domanda è proprio su questo.

Personaggi tutti diversi fra loro, con quale criterio li scegli? D’istinto. Leggo la storia, e valuto se mi piace il personaggio. Anche se devo dire che è fondamentale il rapporto con il regista, se mi fido di lui, allora mi affido. Non faccio calcoli, a volte mi chiedo se invece non farei bene a farli! Perché alla fine finisco per scegliere sempre ruoli difficili.

Preferisci interpretare i personaggi che ti assomigliano, o quelli più distanti da te? E’ assolutamente più stimolante per me essere “diversa” da quella che sono io veramente, c’è più sfida, e la sfida mi piace. Anche se tu ci sei sempre, basta solo pensare al fatto che la voce è tua, che il corpo ce lo metti tu, e quindi è bello dare emozione ad un personaggio attraverso il tuo corpo.

La naturalità con la quale ti si vede recitare, farebbe pensare che tu sia nata attrice… Non so se si nasca attori, sicuramente si nasce con qualcosa dentro, insomma o ce l’hai o no. E se ce l’hai questo qualcosa allora non puoi farne a meno. Esiste il talento secondo me, certo, va coltivato, ma se non c’è… beh allora è meglio che si faccia un altro mestiere. Io ho sentito che era questa la mia strada quando mi stavo preparando per entrare al Teatro Stabile di Torino, ai provini ho capito che dovevo entrare assolutamente!

A parte il talento, si imparerà, anche facendolo questo “mestiere”, qual è il regista da cui hai imparato di più? Io devo ringraziare molto Mimmo Calopresti, con lui ho fatto per la prima volta cinema, fino ad allora pensavo solo al teatro… poi è stato come quando ti fanno assaggiare qualcosa che ti piace, e poi te la tolgono, beh a quel punto ho capito che c’era anche un’altra maniera di recitare, e che forse mi piaceva anche di più.

Tu sei molto bella, e il mondo del cinema si sa è pieno di invidie, come le vivi? Io ho sempre e solo inviato gli uomini nel cinema, perché per loro si scrivono storie più belle, ruoli più interessanti, per noi donne, un po’ meno, per il resto, io faccio l’attrice, ed è per me il mestiere più bello del mondo, ma il mondo del cinema, e tutto quello che gli ruota intorno, beh mi interessa molto meno.

“Valzer”, “Signorinaeffe”, Mimmo Calopresti… insomma c’è molta Torino nei suoi film, è un caso? Torino è la mia città, ed è stata molto importante nella mia vita,ho studiato lì, ho cominciato la mia carriera lì, lì vivono le persone a me più care, per il resto è un caso che nei miei film io sia spesso di Torino.

Hai già lavorato con molti registi, ma quello con il quale speri di farlo presto qual è? Con tutti quelli bravi. Quelli da cui posso prendere, rubare qualcosa. Quando non mi dicono nulla, non riesco ad aprirmi, anzi mi chiudo proprio. Quelli bravi per me, tanti, da Castellito, a Salvatores, Moretti, Amelio, guardi sono davvero tanti, per fortuna, quelli bravi in Italia.

Advertisement