(Adnkronos) – Con il nuovo anno appena iniziato e in un contesto economico e politico complesso, le dinamiche che regolano la riqualificazione energetica cambiano costantemente e in maniera imprevedibile. Per questo, Termo, azienda italiana attiva nel settore della transizione energetica, ha identificato i 5 trend che caratterizzeranno il settore nel 2024: mercato in ri(e)voluzione; le banche al centro della transizione energetica; l’efficientamento energetico passerà prima dalle aziende; smart building per ottimizzare gli sprechi; “focalizzazione” come parola d’ordine per affrontare il mercato della sostenibilità. “Nell’ultimo anno – dichiara Gabriele Basile, Ceo di Termo – il mercato della riqualificazione energetica ha vissuto uno stravolgimento che ne ha profondamente cambiato i paradigmi, con importanti ripercussioni anche sulla capacità di messa a terra degli investimenti da parte di privati e aziende. Tale volatilità ha caratterizzato non solo l’Italia, ma anche altri Paesi europei, generando un clima di incertezza che ha presentato sfide difficili”. Quando si parla di riqualificazione energetica si parla, prima di tutto, di immobili. Sul punto, la decisione del governo di interrompere incentivi e bonus edilizi tramite cessione del credito e sconto in fattura ha colpito profondamente il mercato della riqualificazione energetica, mettendo aziende e cittadini di fronte a sfide inaspettate. Da un lato, infatti, bisogna ottemperare agli obblighi comunitari in materia, a partire dalla Direttiva Case Green, dall’altro bisognerà farlo senza gli incentivi che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Per i prossimi mesi, Termo prevede una doppia evoluzione del settore: sul medio termine, interverranno le agevolazioni ordinarie e quindi le tradizionali detrazioni fiscali; sul lungo periodo, un ruolo importante verrà assunto dalle banche che entreranno o rafforzeranno la propria posizione nel mercato ESG promuovendo Green Loans e Sustainability Green Loans. Per l’azienda italiana le banche meritano un approfondimento specifico per il ruolo che la finanza sostenibile ricopre e alle sue prospettive future. Con strumenti come green bond, green loans e sustainibility linked loans gli istituti bancari sono sempre degli attivatori di sostenibilità per privati e aziende. Per Termo ci sono quindi pochi dubbi: nel 2024 le banche svolgeranno dunque un ruolo chiave nel processo di transizione energetica, nell’ambito del quale sarà per loro strategico poter contare sul supporto di operatori nella gestione dei progetti sostenibili. Sarà al contempo necessario mettere a punto rigorosi processi di controllo per evitare il rischio di greenwashing da parte dei soggetti che accedono ai finanziamenti. Una nota positiva riguarda l’andamento delle economie italiana ed europea che stanno imparando a gestire i rischi Esg come emerge dal rapporto Consob “Principali tendenze in tema di investimenti sostenibili e criptoattività”. Questo significa una maggiore prontezza nell’affrontare non solo le calamità naturali, sempre più frequenti a causa del surriscaldamento climatico, ma anche le sfide di equità sociale e lavorativa verso le quali è aumentata anche la sensibilità del mercato. Più nello specifico per il mercato italiano, il rapporto Consob evidenzia che le obbligazioni Esg sono prevalentemente: – green bonds (53%); – appartenenti al settore sovranazionale (54%); – con una durata compresa fra i 7 e i 10 anni (43%), – rivolti al piccolo investitore: il 54% dei titoli Esg quotati su Borsa Italiana presenta un lotto minimo minore uguale a 1.000 euro, quindi accessibile agli investitori retail; – negoziati sul segmento di mercato Mot (69%). Insomma, anche la rilevanza dei piccoli investitori nella finanza Esg sta progressivamente aumentando e questo è un segnale molto positivo. Se gli incentivi pubblici diminuiscono, la transizione deve passare innanzitutto dai contesti aziendali. Nel 2024, quindi, le opportunità di mercato si sposteranno invece sul comparto B2B. La cultura della sostenibilità è infatti ormai consolidata e saranno le aziende a metterla in atto per prime, anche considerando i benefici concreti in termini di finanziamenti e impatto ambientale. Su questo aspetto non mancano le criticità nel panorama nazionale. Infatti, in Italia, più di un’azienda media o piccola su due ritiene “molto importante” il ruolo della sostenibilità all’interno dell’impresa, ma solo il 17% è riuscita ad integrarla nella sua strategia complessiva. Per le aziende italiane i principali ostacoli alla trasformazione sostenibile sono di tipo burocratico ed economico-finanziario. Un altro problema per le aziende italiane riguarda la fonte di approvvigionamento delle iniziative Esg che, nel caso delle Pmi italiane, sono
autofinanziate nel 47% dei casi. Nel panorama italiano emerge una visione profondamente bancocentrica dato che una Pmi su due non conosce o conosce solo superficialmente strumenti finanziari diversi dal credito e solo il 18% delle aziende intervistate vi ha già fatto ricorso. Certo, il trend è positivo se si considera che dal 2020 al 2023 la percentuale di Pmi che riconoscono il ruolo della sostenibilità è più che raddoppiata (dal 27% al 56%). Tuttavia, nello stesso arco temporale, la quota di imprenditori che si sono rivolti alla propria banca per ottenere supporto o consulenza per il finanziamento di progetti sostenibili è aumentata di appena 8 punti percentuali, passando dal 31% del 2020 al 39% dello scorso anno. Occorrerà dunque intervenire anche sul background culturale dell’imprenditoria italiana, tendenzialmente diffidente verso le banche, per migliorare la sinergia tra istituti e aziende, che, secondo Termo, guiderà la transizione nel corso del 2024. Le applicazioni che permettono di gestire gli edifici in maniera automatizzata sono sempre più diffuse e rappresentano uno dei 5 trend del 2024 secondo Termo. Si tratta di software che non solo consentono di controllare a distanza le apparecchiature elettroniche (lampadine incluse), ma anche di regolare il loro funzionamento in maniera automatizzata in modo da ottimizzare i consumi. Infine, Termo pone l’attenzione sugli investimenti. Come spiega l’azienda italiana, gli ultimi 12 mesi, ma già il 2022 con l’esplosione della guerra in Ucraina, hanno dimostrato che la materia energetica è estremamente volatile. Per questo, nel 2024, la chiave per sfruttare le opportunità della sostenibilità sarà la focalizzazione del business, che consiste nell’offrire prodotti e servizi in grado di rispondere alle specifiche e differenti esigenze dei soggetti coinvolti dal processo di riqualificazione. In altre parole, banche, aziende e privati cittadini avranno bisogno di determinati strumenti per affrontare la transizione e queste richieste saranno in costante evoluzione. Intercettarle prima che diventi tardi è un’ottima opportunità per investire correttamente nella sostenibilità. E anche l’ambiente ne gioverebbe. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Transizione energetica, ecco i 5 trend da seguire nel 2024
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