Il Torino Film Festival 2024 si è chiuso celebrando il meglio del cinema internazionale e premiando le opere e i talenti che hanno saputo distinguersi tra le 120 pellicole presentate. La 42esima edizione del Torino Film Festival si è conclusa confermando la centralità di questa manifestazione nel panorama cinematografico internazionale. Dal 22 al 30 novembre 2024, Torino è stata il cuore pulsante di una kermesse che ha saputo coniugare sperimentazione e tradizione, accogliendo artisti emergenti e consacrati, storie intense e riflessioni sulla società contemporanea. Sotto la guida del direttore artistico Giulio Base e con il patrocinio del Museo Nazionale del Cinema, il festival ha presentato un programma ricco di opere originali, suddivise in sezioni competitive e non competitive, e caratterizzato da una forte presenza femminile sia nella direzione artistica che nelle giurie.
Con l’iconica immagine guida dedicata a Marlon Brando, il 42 Torino Film Festival ha celebrato il centenario della nascita dell’attore attraverso un’ampia retrospettiva e una serie di eventi che hanno reso omaggio al suo lascito artistico. La presenza di grandi nomi del cinema internazionale, come Sharon Stone, Matthew Broderick, Ron Howard e Rosario Dawson, Sarah Jessica Parker, Charlie McDowell ha aggiunto ulteriore prestigio all’evento, mentre la partecipazione di eccellenze italiane come Giancarlo Giannini, Michele Placido e Ornella Muti oltre a tanti altri bravissimi attori e registi ha evidenziato il legame profondo del festival con il nostro Paese e lo ha confermato, se ancora ve ne fosse stato il bisogno, come uno degli appuntamenti più importanti nel panorama culturale europeo.
Un Torino Film Festival dai temi universali e contemporanei
Questa edizione ha affrontato con coraggio tematiche complesse, dall’identità di genere all’inclusione sociale, passando per riflessioni sulla maternità, la guerra e la libertà individuale. Le tre sezioni competitive – lungometraggi, documentari e cortometraggi – hanno offerto uno spaccato della cinematografia contemporanea, con opere in gran parte in anteprima internazionale.
Nel Concorso Lungometraggi, il premio per il miglior film è andato a Holy Rosita di Wannes Destoop. Un’opera che esplora la solitudine e il desiderio di maternità della protagonista, ambientata in un contesto sociale fragile ma raccontata con uno stile intimo e universale. La giuria, presieduta da Margaret Mazzantini, ha sottolineato la capacità del film di trasformare un tema personale in un racconto di grande profondità emotiva.
Chiara Fleischhacker ha conquistato il Premio Speciale della Giuria IWONDERFULL con Vena, un film che racconta con sensibilità il percorso di una donna verso la libertà dalle dipendenze attraverso la maternità. L’opera ha ottenuto anche il prestigioso Premio FIPRESCI, riconosciuto dalla Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica, a testimonianza della maturità registica dell’autrice.
Il riconoscimento per la Miglior Sceneggiatura è andato ad Abdelhamid Bouchnack per L’Aiguille, un film che affronta il delicato tema dell’intersessualità con coraggio e universalità. La pellicola, oltre a ricevere il plauso della giuria ufficiale, ha ottenuto numerosi premi collaterali, tra cui il Premio Achille Valdata, il Premio Scuola Holden e una menzione speciale agli Occhiali di Gandhi.
Sul fronte delle interpretazioni, due premi distinti hanno riconosciuto il talento di Flora Ofelia Hofmann Lindahl, Christine Albeck Børge e Karen-Lise Mynster per Madame Ida, e quello di River Gallo per Ponyboi. Entrambi i film esplorano i confini dell’identità e delle relazioni umane, affrontando con delicatezza questioni sociali e personali.
L’impatto dei documentari
Nel Concorso Documentari, Le Retour du Projectionniste di Orkhan Aghazadeh ha conquistato il premio per il miglior film. Un’opera che celebra il potere aggregante del cinema in un piccolo villaggio, riportando gli spettatori all’essenza della visione collettiva. La giuria, presieduta da Roberta Torre, ha evidenziato la capacità del film di unire dimensione locale e universalità narrativa.
Due menzioni speciali sono state assegnate a I’m Not Everything I Want to Be di Klára Tasovská e The Brink of Dreams di Ayman El Amir e Nada Riyadh. Entrambi i documentari raccontano storie di ricerca e di trasformazione, spaziando dalla scoperta personale all’impegno collettivo.
Tra i riconoscimenti collaterali, il Premio Occhiali di Gandhi è andato al progetto collettivo From Ground Zero, ideato da Rashid Masharawi, per la sua capacità di raccontare la resistenza palestinese attraverso la creatività e la gioia di vivere, superando l’odio e l’ingiustizia.
La poesia dei cortometraggi
Il Concorso Cortometraggi, guidato dalla giuria presieduta da Michela Cescon, ha premiato Walk In di Haneol Park come miglior film. Una narrazione che mescola poesia e realtà, affrontando temi universali con uno stile impeccabile e profondamente personale. Fire Drill di Maximilian Villwock ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria, mentre Someone’s Trying to Get In di Colin Nixon ha ottenuto una menzione speciale.
Il Premio Rai Cinema Channel, assegnato al cortometraggio Due Sorelle di Antonio De Palo, ha riconosciuto la potenza di una storia di dolore e speranza, sottolineata da interpretazioni di grande intensità.
Torino Film Festival: La celebrazione dei grandi del cinema
La consegna del prestigioso Premio Stella della Mole ha rappresentato uno dei momenti più emozionanti del festival. Sharon Stone, Matthew Broderick, Ron Howard, Giancarlo Giannini e Rosario Dawson sono stati omaggiati per il loro contributo straordinario al mondo del cinema. Sharon Stone ha presentato The Quick and the Dead, una delle sue interpretazioni più iconiche, mentre Matthew Broderick ha portato in sala The Summer Book, un film che riflette sulle relazioni familiari e sul valore del tempo.
Fuori concorso e Zibaldone: uno spazio per la sperimentazione
Le sezioni non competitive hanno offerto al pubblico una vasta gamma di esperienze cinematografiche. Eden di Ron Howard ha incantato con la sua narrazione drammatica ambientata nelle Galapagos, mentre Paradis Paris di Marjane Satrapi ha mescolato realtà e fantasia in un affresco corale. Lo Zibaldone ha riservato sorprese come il ritorno alla regia di Maurizio Nichetti con Amichemai e il documentario La Musica negli Occhi, dedicato ai sodalizi artistici del cinema italiano.
Una riflessione sulla società
Oltre all’intrattenimento, il Torino Film Festival ha dimostrato un forte impegno verso il sociale e la sostenibilità. Collaborazioni con realtà locali come il TorinoFilmLab e il Centro Studi Sereno Regis hanno confermato il ruolo del festival come luogo di dialogo e confronto. Inoltre, le buone pratiche della Guida Festival Green hanno testimoniato l’attenzione verso l’ambiente, dimostrando che la cultura può essere un veicolo di sensibilizzazione.
Questa edizione del Torino Film Festival ha riaffermato il valore della sala cinematografica come spazio di condivisione e riflessione, portando alla luce storie che parlano del presente e immaginano il futuro. Torino si è confermata una capitale del cinema, accogliendo artisti e spettatori in un abbraccio collettivo che, ancora una volta, ha reso il cinema un’esperienza irripetibile.