Sjinkie Knegt la maleducazione costa l’argento
Era la finale degli europei di Dresda di short track e sarebbe passata inosservata se non ci fosse stato lui. L’olandese Sjinkie Knegt era appena stato battuto dal favorito Viktor An, nato a Seul in Corea ma naturalizzato russo: una delusione cocente a cui ha reagito in modo insolito: doppio dito medio alzato come non si vede neanche nella gara più tamarra della periferia più tamarra della città più tamarra. Risultato: squalifica immediata e argento che vola via per una motivazione insolita. Maleducazione. A dire il vero, Knegt ha poi presentato le scuse ufficiali ma sono apparse insufficienti per far finta di nulla. D’accordo che lo short track ha bisogno di pubblicità; però, c’è un limite alla decenza nel trovare una strada per avere visibilità su giornali, televisioni e web. Intanto il video della sua “prodezza” impazza in rete: http://www.youtube.com/watch?v=sjC0w4AmsAk
Per antitesi, ma la reazione fa venire in mente uno degli atti più decoubertiani della storia dello sport firmato da un altro olandese: Erik Dekker. Erano le Olimpiadi di Barcellona del 1992 e il ciclista tulipano era in fuga con il nostro Fabio Casartelli, tragicamente scomparso tre anni più tardi al Tour de France nella discesa dal colle dell’Aspen. Dopo aver resistito al ritorno del gruppo collaborando in perfetta sintonia, il tandem di testa si è giocato la medaglia d’oro in volata. Dekker è partito da lontano ma si è accorto di non avere abbastanza energie per resistere alla progressione dell’azzurro. E così mentre Casartelli a braccia alzate tagliava il traguardo prendendosi la più grande gioia della carriera, Dekker si alzava sui pedali per applaudire chi lo aveva preceduto come a dire: “Sei stato più bravo di me” prima di gioire per quella che rimaneva comunque la medaglia d’argento. Un gesto così spontaneo da essere fuori dal tempo e che merita di entrare nella storia dello sport. Anche Sjinkie Knegt è entrato nella storia. Purtroppo, dal verso sbagliato.