[oblo_image id=”1″] E’ sempre difficile voltare le spalle ad un campione. Soprattutto se ha regalato all’Italia medaglie olimpiche in serie. Ma forse è ancora più difficile puntare il dito contro la Federscherma, “rea” di esigere piena libertà nelle scelte riguardo la conduzione tecnica delle nazionali. Questa è la sensazione che si avverte rileggendo la spinosa vicenda di Aldo Montano. Lo sciabolatore livornese ha apertamente contestato la nomina ad allenatore del settore di Andrea Magro pretendendo il ritorno di Bauer. In caso di risposta negativa, ha paventato la minaccia di partecipare ai Giochi di Londra 2012 sotto un’altra bandiera. La replica del presidente della Fis, Giorgio Scarso, non si è fatta attendere: “L’autonomia della Federazione non si discute. Se Montano vuole intromettersi, può iniziare le pratiche per acquisire un altro passaporto”. Rischiare di perdere un asso di livello internazionale lascia inevitabilmente l’amaro in bocca. Tuttavia, le regole esistono anche per i fuoriclasse. Piegarsi alle richieste di un atleta significherebbe auto-delegittimarsi creando un pericoloso precedente. Soprattutto, perchè lo schermidore è intervenuto a gamba tesa pubblicamente creando tensione in un ambiente abituato a collezionare successi mantenendo uno stile sobrio e discreto.
Inoltre, un’altra domanda è lecita. E’ giusto che gli atleti – stiamo assistendo a casi analoghi in quasi ogni disciplina – possano cambiare bandiera con la stessa facilità con cui si cambia una squadra di club? Se la richiesta di prendere un nuovo passaporto arriva per serie motivazioni personali, non c’è nulla da eccepire. Se invece concorrere con un’altra nazionalità diventa un escamotage per evitare noie e dissidi con la federazione originaria, qualche dubbio comincia a sorgere. Nel frattempo, non si può che sperare in un improvviso riavvicinamento delle parti. Una stoccata ora farebbe male ad entrambi i contendenti.